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Carla Zita
30 Gennaio 2019
POTENZA - L’utilizzo di un luogo consacrato, all’interno del nuovo Campus universitario di Matera, ha acceso il dibattito sulla laicità dell’ateneo lucano. Con una lettera pubblica, il ricercatore dell’Università degli Studi della Basilicata Carmine Colacino si è rivolto alla rettrice Aurelia Sole sottolineando, tra l’altro, come la «convenzione per un servizio di cappellania dedicato esclusivamente alla religione cattolica» possa ritenersi «discriminatorio».
La risposta non si è fatta attendere. Per la rettrice non è in discussione il carattere laico dell’università. «Il tema della cappella - ha spiegato la rettrice- è stato discusso nel Senato accademico. Non si tratta dell’istituzione della cappellania, ma di un accordo per l’utilizzo di uno spazio già in possesso della Curia». Si tratta, ha continuato Sole, «di una convenzione sull’utilizzo di questo spazio. L’ateneo ha chiesto che possa diventare anche luogo di dialogo interreligioso, come avviene nell’ambito della cattedra Unesco Jacques Maritain istituita nel Dipartimento di Scienze umane a Potenza».
La rettrice ha aggiunto che «in base a una convenzione con la Conferenza episcopale di Basilicata, la Curia indicherà il nominativo di un cappellano referente, gli arredi e l’occorrente per lo svolgimento dell’attività. Il tutto nel rispetto del Codice Etico d’ateneo e dell’articolo 1 dello Statuto di ateneo (L’Università ha carattere laico, pluralista e libero da ogni condizionamento ideologico e garantisce la libertà di pensiero, di ricerca, di insegnamento e di religione a tutti)». La rettrice ha ricordato come l’argomento sia stato discusso anche in «un’apposita commissione, ritenendo giusto e doveroso esaminare queste tematiche attraverso la più ampia condivisione negli organismi preposti e nel più ampio rispetto del carattere laico dell’università, mai messo in discussione». A sottolinearlo, con una nota, anche il Consiglio degli studenti dell’Unibas: «Il tema è stato ampiamente discusso negli organi preposti, nei quali la componente studentesca ha evidenziato come queste decisioni siano state prese nel rispetto della laicità dell’Università. L’approvazione della convenzione (e non della creazione di una cappella ex-novo) tra l’Unibas e la Conferenza episcopale di Basilicata rimarca l’utilizzo di uno spazio consacrato già esistente all’interno del campus. Il Consiglio degli Studenti auspica di continuare sul solco del dialogo interreligioso e culturale, nel rispetto delle pluralità». Per la rettrice «il concetto di discriminazione – citato dal ricercatore nella lettera aperta – è totalmente esecrabile, è uno dei termini più lontani dallo spirito e dalla missione dell’Unibas. L’Università della Basilicata è un luogo aperto, un posto in cui vive il confronto, il dibattito e la tolleranza e faremo di tutto per difendere questi ideali». Le spiegazioni di Sole, però, non hanno eliminato i dubbi di Colacino che si chiede, tra l’altro, perchè «la nostra università dovrebbe farsi carico - direttamente o indirettamente - delle esigenze di confessioni religiose o di relazioni interconfessionali?». Il ricercatore, controribattendo alla rettrice, la sollecita a promuovere «un dialogo ampio ed articolato che renda esplicite le ragioni per le quali si presenta una convenzione in approvazione - di cui io, come la maggioranza dei colleghi, non conosce il contenuto e le finalità». Colacino invita, infine, la rettrice «a sospendere qualsiasi accordo con istituzioni confessionali in mancanza di un dibattito che era già stato richiesto».
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