POTENZA - Le rotte della droga in una regione «cerniera» come la Basilicata, sempre più al centro dell’interesse di gruppi malavitosi pugliesi, campani e calabresi. Pur essendo fanalino di coda con la Valle d’Aosta per operazioni, sequestri e soggetti denunce rispetto alle altre regioni italiane, la Basilicata si conferma terra di transito e di smercio delle sostanze stupefacenti. È quanto emerge dall’ultima relazione annuale anti-droga del Ministero dell’Interno. Un dossier in cui vengono analizzati dati, elementi, caratteristiche e operazioni di polizia legate a questa tipologia di reati ma anche la situazione complessiva della criminalità lucana «orfana» dei cosiddetti «Basilischi», clan criminale a cui la Cassazione ha tolto l’imprimatur di associazione di stampo mafioso.
«Per quanto riguarda i traffici di droga - si legge sul dossier - si registrano reati legati allo smercio più che altro nei centri urbani più grossi». Il riferimento è a Potenza, Matera e paesi come Venosa, Avigliano e Pisticci. Complessivamente nel 2017 sono state effettuate a livello regionale 139 operazioni antidroga, di cui il 69 per cento nel territorio potentino e il 30 in provincia di Matera. Negli ultimi dieci anni i due picchi su base regionale sono stati registrati nel 2009 con 174 operazioni e nel 2010, con 194.
Ad occuparsi di far arrivare la droga in regione sono le grandi organizzazioni criminali di fuori-regione, i clan pugliesi soprattutto. A cui si aggiungono i gruppi locali.
«I rifornimenti di droga sono spesso legati a soggetti appartenenti alla criminalità pugliese oltre a gruppi emergenti locali» evidenzia la relazione che nello stesso tempo mette in luce le radici solide e sane della gente lucana e la capacità di contrasto delle forze dell’ordine.
«Come lo scorso anno la Basilicata è la regione che ha avuto, dopo la Valle d’Aosta, il minor numero di operazioni, di sequestri di droga e di denunce - viene precisato nel report -. Del resto, la particolare posizione geografica e la limitata presenza di scali aerei e marittimi, che in genere costituiscono i principali terminali dei flussi degli stupefacenti, tagliano fuori questo territorio dalle relative rotte». Verrebbe da dire: per una volta la storica carenza infrastrutturale produce qualcosa di positivo. Ma questa condizione non deve far abbassare la guardia. Non a caso sono in crescita i sequestri di stupefacenti rispetto agli anni precedenti: in particolare, la Basilicata ha contribuito, nel periodo esaminato, allo 0,06 per cento della cocaina sequestrata a livello nazionale, allo 0,04 per cento dell’eroina, allo 0,20 per cento dell’hashish e allo 0,46 delle droghe sintetiche, dato, quest’ultimo, che conferma la diffusione, soprattutto tra i più giovani, di pasticche dello sballo. Dati in aumento, anche per quanto riguarda le persone segnalate alla magistratura per motivi di droga: 207 denunce delle quali 145 in stato di arresto con un incremento del 5,91 per cento rispetto all’anno precedente.
Gli stranieri coinvolti nel narcotraffico sono stati 21 e corrispondono allo 0,51 per cento dei segnalati a livello nazionale. Si tratta di nigeriani, bengalesi e rumeni.
In crescita tra le persone segnalate la presenza femminile (con 19 donne coinvolte) mentre in flessione la presenza di minori coinvolti (14).
Sequestri di droga in crescita all’ombra di racket ed estorsioni
Giovedì 04 Ottobre 2018, 11:02
















