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Potenza, una colata di cemento nell’area ex Magneti Marelli

 
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L'area in rosso è la zona dell'ex Magneti Marelli

Si riaffaccia il progetto di 35mila metri quadri di uffici direzionali. Sullo sfondo 28 lavoratori rimasti senza reddito e senza prospettive

Lunedì 30 Luglio 2018, 10:07

Da poche settimane è stato sottoscritto definitivamente il protocollo che definisce il passaggio dall’Asi al Comune di Potenza di gran parte dell’agglomerato industriale del capoluogo. Dal prossimo 1 gennaio la podestà programmatoria e urbanistica sarà assunta da Comune. In questo quadro s’inserisce il progetto di 35mila metri quadri di uffici direzionali, immobili per nuovi supermercati ed altro nell’ex area Magneti Marelli. Il progetto approvato inizialmente dall’Asi e dalla Regione nel 2004 riguardava un centro intermodale logistico per l’agro – alimentare per 120 posti di lavoro e per il recupero del personale ex Industrie del Basento.

«In 14 anni - sottolinea Pietro Simonetti, presidente del Cseres e memoria storica di quanto accaduto nell’area industriale di Potenza - l’iniziativa è stata completamente trasformata in uffici direzionali, supermercati ed altro su diverse decine di ettari e mega cubature. Nel contempo sono rimasti senza reddito 28 lavoratori che secondo la proposta dell’assessore Cifarelli possono trovare spazi in misure della Regione. A fine mese il Dipartimento Sviluppo ha convocato una conferenza di servizio per discutere pianificazione e relativa strumentazione. In concreto aumento di cubature, contenzioni e modifica delle attuali norme che utilizza l’Asi per gli insediamenti nell’ambito di piani scaduti da anni e tenuti in vita con marchingegni da emendamenti alle leggi di bilancio e di risanamento delle Asi».

Intanto a fine mese - fa sapere Simonetti - il commissario dell’Asi, dopo aver firmato il protocollo con il Comune e confezionato il piano di risanamento, lascerà l’incarico e si tornerà alla individuazione di altro commissario. «In questi ultimi anni - dice Simonetti - è continuato il mercato dei fitti e dei passaggi di proprietà degli immobili mentre un centinaio di capannoni sono inutilizzati in tutta la regione per fallimenti, mancato inizio delle attività, passaggi, cambi d’uso, truffe di pseudo-imprenditori, impianti solari di 4,5 Mw autorizzati e allocati a terra in area industriale attrezzata. I Consorzi nati con le politiche della Cassa del Mezzogiorno si limitano ormai a produrre debiti, a non utilizzare a pieno le professionalità dei dipendenti per la missione definita ultima legge in vigore, a gestire qualche appalto finanziato dalla Regione».

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