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Pertusillo, grande malato
da studiare più a fondo

 
Pertusillo, grande malato da studiare più a fondo

I risultati dello studio effettuato su delega della Commissione Ecomafie

Venerdì 01 Giugno 2018, 11:07

di Giovanna Laguardia

Il lago del Pertusillo: un grande «malato» che dovrà essere studiato più a fondo. Un primo passo è stato fatto con lo studio eseguito sui pesci prelevati dal Ten Giuseppe Di Bello (associazione Liberiamo la Basilicata) nel corso degli anni 2016 e 2017 «su delega e mandato degli uffici del senatore Bartolomeo Pepe, Commissione Ecomafie della 17esima legislatura», redatto dalla dirigente dell'Istituto Sup. della Sanità Milena Bruno. I risultati dimostrano «la presenza di importanti cianotossine (microcistine, cylindrospermopsine) e contaminanti industriali nei pesci». La conclusione è che «sono necessari studi più estesi per valutare gli effetti di questi contaminanti nell'ecosistema del lago e nella fauna ittica, al fine di stabilire una valutazione del rischio disponibile per la popolazione umana nella regione dei laghi».

In particolare «è necessario un monitoraggio più esteso dei pesci per definire la presenza di questi diversi contaminanti nella fauna ittica, il loro ruolo nelle ricorrenti morti di pesci nel lago e il rischio di esposizione delle persone della regione lacustre che consumano acqua e pesci lacustri contaminati. Poiché il Lago Pertusillo fa parte di una zona Sic, il contenuto di policlorobifenili nel pesce di lago potrebbe mettere in pericolo anche gli uccelli che mangiano pesce, attraverso la biomagnificazione».

Nel corso dello studio, durato da giugno 2016 ad aprile 2017, sono stati raccolti «un totale di 79 campioni corrispondenti a nove specie di pesci» e sono stati analizzati «per la presenza di microcistina. Diciassette campioni sono stati analizzati anche per le cylindrospermopsine, dieci campioni sono stati analizzati per sei oligoelementi e sei policlorobifenili. I risultati hanno mostrato la presenza di importanti cianotossine (microcistine, cylindrospermopsine) e contaminanti industriali nei pesci».

Per quanto riguarda i metalli, questi sono stati rilevati in tutti i campioni analizzati dai laboratori di Foggia (Ist. Zooprofilattico) e di Valenzano (BA) Laboratorio Analisi chimiche Università di Bari facoltà di Veterinaria. Le concentrazioni di questi elementi «erano molto inferiori ai limiti igienici per il consumo umano in tutti i campioni esaminati». Anche per quanto riguarda i policlorobifenili, la somma di sei concentrazioni considerate indicatore «era inferiore al limite consentito convenzionale in tutti i campioni esaminati (1,27 ng di peso g-1 g), suggerendo che il loro consumo può essere considerato sicuro». Diverso il discorso riguardante le microcistine, le tossine prodotte dalle alghe. Lo studio riferisce che «« maggio 2016 sono stati analizzati quindici campioni da quattro stazioni (2 carpe da MG, 2 carpe da MB, 5 cavedani e 6 persici da MC) per la presenza di MC (figura 5), ​​che mostra il più alto contenuto medio: 0,72 ng / g, in posatoi. Nell'anno successivo nove campioni (5 carpe da MC e 4 carpe da LD) hanno mostrato un contenuto medio (0,91 e 0,93 ng / g, rispettivamente, fig.6) superiore a quello delle carpe del 2016 (0,29 e 0,28 ng / g, rispettivamente ).

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