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omicidio suicidio
Un uomo di 33 anni, guardia giurata, ha ammazzato la moglie e poi si è tolto la vita: l'omicidio-suicidio è avvenuto nella casa dove i due abitavano, nel centro storico di Melfi
Redazione on line
08 Maggio 2018
Il luogo dell'omicidio suicidio a Melfi (foto Tony Vece)
POTENZA - Ad agosto si sono conosciuti, a ottobre si sono sposati e in una notte tutto è finito. Così a Melfi, a Potenza, Antonio Girardi, di 33 anni, ha ucciso con la sua pistola la giovane moglie di origini ucraine, Marina Novozhylova, di 27, che aveva sposato lo scorso 23 ottobre. Una relazione andata in crisi subito dopo le nozze, forse anche per la contrarietà della famiglia dell’uomo che quel matrimonio lo aveva sempre considerato «di comodo».
L’ennesimo femminicidio è stato commesso in una piccola abitazione nel centro storico della città lucana, a pochi passi dalla Porta Venosina. La notte scorsa, come tante altre notti, Girardi era al lavoro, in servizio con un Istituto di vigilanza. Poi, nel cuore della notte, quasi sicuramente dopo una telefonata, ha lasciato tutto ed è tornato a casa. Ha parcheggiato la sua automobile davanti all’abitazione, è entrato in camera da letto, forse c'è stata una lite, di sicuro ha sparato con la sua pistola calibro 9 (ne deteneva legalmente un’altra) e ha ucciso la moglie con un colpo alla fronte. Un attimo. E poi si è sparato alla tempia. Un altro attimo.
A scoprire i due cadaveri, stamani, intorno alle 7.30, sono stati i colleghi di Girardi. Ai cronisti lo hanno descritto come "un uomo, grande e grosso, che mai», credevano fino a poche ore prime, «avremmo immaginato capace di far male a qualcuno». E così, come sempre accade nei casi di omicidio-suicidio in famiglia, gli investigatori stanno cercando di trovare un perché, interrogando gli amici e i parenti. Ad essere ascoltata anche la sorella di Marina, arrivata poche settimane fa dalla Ucraina in Italia insieme al suo fidanzato: insieme stavano dormendo in una casetta a poca distanza da quella della sorella. Hanno raccontato ai Carabinieri del Comando provinciale di Potenza, coordinati nelle indagini della Procura della Repubblica del capoluogo lucano, di non aver sentito nulla. Più o meno quello che hanno detto altri vicini di casa. Qualcuno però ha accennato a liti, anche furenti, nei giorni scorsi. Di denunce, comunque, non c'è traccia; solo «mormorii» di quartiere che ricordano come la famiglia di Girardi fosse sempre stata contraria a quel matrimonio.
Sotto la foto della copia (Pagina Facebook Antonio Girardi)
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