Le vicine di casa di Elisa prese di mira da Danilo Restivo
ROMA – Pochi mesi prima della scomparsa e della morte di Elisa Claps, i cui resti sono stati ritrovati 17 anni dopo nella chiesa della Trinit… a Potenza, Danilo Restivo prese di mira Chiara, Sabrina e Giovanna e altre due studentesse che vivevano nel palazzo di fronte all’abitazione della famiglia Restivo. Lo riferisce il Tg5, nell’edizione delle 20, ricostruisce la vicenda e mostra alcuni atti giudiziari sui comportamenti del giovane che allora aveva 20 anni.
Restivo – dice il Tg5 in un’anticipazione del servizio - «bersagliava la ragazze di telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Le terrorizzava indicando ad esempio gli oggetti presenti nelle stanze. O perfino com'erano vestite. Ma era capace anche di gesti apparentemente romantici, come lasciare ciuffi di fiori gialli nella loro cassetta delle lettere».
Il Tg5 ha rintracciato le vittime che «comprensibilmente» - alcune ora sono sposate e hanno dei figli – vogliono lasciarsi alle spalle questa esperienza.
«Noi non sapevamo chi fosse – è il racconto di una ex studentessa – ovviamente. Ad un certo punto il padre di una di noi ci convinse a sporgere denuncia contro ignoti. Ma non l’abbiamo mai visto in faccia. Il processo durò una sola udienza e lui non venne in aula. L’avvocato si mise d’accordo con il giudice e tutto finì lì».
Nelle telefonate Danilo Restivo, che diceva di chiamarsi "Giuseppe" – riferisce il Tg5 – faceva sentire in sottofondo le note di "Per Elisa" da un carillon e di "Profondo rosso".
Individuato dalla Squadra Mobile di Potenza se la cavò con poco: la condanna, in Pretura, solo ad una multa di 450mila lire per molestie. La sentenza, del '95, non fu mai acquisita allora nell’inchiesta sulla scomparsa e sulla fine di Elisa Claps. Un altro mistero sulle possibili coperture – sostiene il Tg5 – di cui potrebbe aver goduto Danilo Restivo, accusato in Italia per la morte di Elisa; per quella di Heather Barnett e di altri delitti in Gran Bretagna.
Restivo – dice il Tg5 in un’anticipazione del servizio - «bersagliava la ragazze di telefonate ad ogni ora del giorno e della notte. Le terrorizzava indicando ad esempio gli oggetti presenti nelle stanze. O perfino com'erano vestite. Ma era capace anche di gesti apparentemente romantici, come lasciare ciuffi di fiori gialli nella loro cassetta delle lettere».
Il Tg5 ha rintracciato le vittime che «comprensibilmente» - alcune ora sono sposate e hanno dei figli – vogliono lasciarsi alle spalle questa esperienza.
«Noi non sapevamo chi fosse – è il racconto di una ex studentessa – ovviamente. Ad un certo punto il padre di una di noi ci convinse a sporgere denuncia contro ignoti. Ma non l’abbiamo mai visto in faccia. Il processo durò una sola udienza e lui non venne in aula. L’avvocato si mise d’accordo con il giudice e tutto finì lì».
Nelle telefonate Danilo Restivo, che diceva di chiamarsi "Giuseppe" – riferisce il Tg5 – faceva sentire in sottofondo le note di "Per Elisa" da un carillon e di "Profondo rosso".
Individuato dalla Squadra Mobile di Potenza se la cavò con poco: la condanna, in Pretura, solo ad una multa di 450mila lire per molestie. La sentenza, del '95, non fu mai acquisita allora nell’inchiesta sulla scomparsa e sulla fine di Elisa Claps. Un altro mistero sulle possibili coperture – sostiene il Tg5 – di cui potrebbe aver goduto Danilo Restivo, accusato in Italia per la morte di Elisa; per quella di Heather Barnett e di altri delitti in Gran Bretagna.