Libri

Viaggio nella vita di Elisabetta II «Regina per sempre»

Maria Agostinacchio

Antonio Caprarica: «Capo di Stato esemplare, ma amo la Repubblica»

Royal watcher raffinatissimo con una scrittura assai brillante e mai frivola, è tornato nelle librerie Antonio Caprarica con «Elisabetta. Per sempre regina. La vita, il regno, i segreti» (Sperling e Kupfer). Il volume sarà presentato stasera (ore 19) nella Furnirussi di Serrano, su iniziativa del Soroptimist, il 15 a Lecce (stessa ora) dal giornalista Eraldo Martucci nel convento degli Agostiniani, a cura della libreria Palmieri e ancora a San Foca, Leuca, Galatina, Tricase, Corsano, Castello di Tutino, Cutrofiano.

Sembrava quasi non ci fosse null’altro da aggiungere ma tanti sono gli eventi pubblici e privati accaduti nell’ultimo lustro che hanno segnato la dinastia dei Windsor, non ultimo la dipartita del Principe Filippo solo tre giorni prima la pubblicazione del volume e per questo l’evento luttuoso non è citato nel testo.
La copertina con un icastico doppio ritratto della Regina e le oltre 500 pagine racchiudono il racconto ricco, dettagliato e accattivante di 100 anni della corona inglese che assume anche il valore di un libro di storia redatto dal grandangolo privilegiato di Caprarica, leccese doc, già capo delle sedi Rai di Londra e Parigi e prima ancora inviato in Medioriente e Russia. Questo libro di Caprarica potrebbe essere un arrivederci al prossimo racconto forse per i 70 anni di regno, il 2 febbraio 2022, primo giubileo di platino di un sovrano europeo, se si esclude Luigi XIV salito al trono a cinque anni.

Caprarica lei è talmente addentro agli affari della «Royal Family» da sembrare in Italia quasi nel «Family Tree». Ma come sono stati i suoi incontri con la Regina?
«Ho avuto occasione di incontrare la Regina Elisabetta in tante occasioni ma non posso dire di aver scambiato opinioni con lei. Certamente saltava agli occhi il suo atteggiamento non pomposo ma il dialogo iniziava e spesso terminava con la catchphrase “What do you do?”. Era preferibile parlare del tempo, dei suoi adorati cavalli e solo una volta tentai di carpire un’opinione politica sulla presenza delle truppe britanniche in Afghanistan dopo l’invasione statunitense; ben presto virai nuovamente sui cavalli, gioia e delizia della Regina il cui unico rammarico è non aver mai vinto con nessun purosangue della sua scuderia il prestigioso trofeo al derby di Epsom, mentre molte vittorie ha collezionato un suo cavallo dopo essere stato venduto per un milione di sterline allo sceicco di Dubay. Direi che le risposte della Regina hanno un approccio “maieutico” e non sempre corrispondono ad una adesione del suo pensiero. Nutro una grande ammirazione per lei come capo di Stato esemplare che dopo quasi settanta anni di regno ha un indice di popolarità all’80 per cento ma rimango saldamente un convinto assertore della repubblica».

Questa caratura non è rilevabile nelle figure maschili della Royal Family...
«Storicamente i Windsor non sono mai stati affascinanti “L’Inghilterra ha prodotto milioni di fruttivendoli per bene ma mai un monarca per bene”, diceva un personaggio di George Bernard Shaw. Sono spesso stati sbiaditi o debosciati come Edoardo VII, Bertie, che passava da un letto a un tavolo da gioco a un ippodromo, Giorgio V un sergente, Giorgio VI balbuziente. L’arrivo di Elisabetta II, nel solco della regina Vittoria e di Elisabetta I ha rivitalizzato la monarchia. Su Carlo andiamo oltre e sui suoi figli William e Henry sono sicuramente simpatici e hanno sofferto molto ma già oggi la figura chiave è Kate che sarà la prima regina di origini borghesi. Unica eccezione maschile è stato Filippo, ma non era un Windsor, uomo molto acuto e intelligente, passato alla storia per le sue gaffe in realtà una arguta captatio benevolentiae verso la conservatrice e reazionaria corte di San Giacomo».

L’ultima arrivata è Lilibet Diana Mounbatten-Windsor. Cosa ne pensa della scelta di questo nome?
«La coppia Meghan-Harry non ha omaggiato la sovrana ma ha lanciato una sfida scegliendo il nome della nonna Diana e della bisnonna Lilibet non della Regina: Lilibet è il diminuitivo usato in famiglia. Ad un certo punto dovranno scegliere se stare o andare ma hanno ben chiaro che la loro vita senza il brand Royal Family non interesserebbe a nessuno».

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