Curiosità

Sammichele, la zampina e il conte Vaaz: uno storico trova il legame

Valentino Sgaramella

«La salsiccia di vitello fu autorizzata dal conte»

SAMMICHELE - Sembrava fosse stato detto tutto a proposito delle radici storiche della comunità sammichelina. La verità è che la ricerca non si ferma e c’è sempre qualcuno che aggiunge novità su una figura o un periodo storico.

È il caso di Nicola Fanizza, economista esperto in sviluppo, originario di Mola, che qualche sera fa ha presentato il suo libro «Miguel Vaaz conte di Mola», ritratto inedito dell’ebreo portoghese che il 20 dicembre 1609 acquista dal fisco il feudo di Casamassima, all’epoca comprendente il territorio delle Quattro Miglia, cioè l’odierna Sammichele.

È sorprendente come la figura aggiornata e rivisitata di Vaaz si leghi anche alla celebre zampina. Gli storici ci consegnano un ritratto dell’ebreo portoghese come di un ricco mercante di granaglie, molto conosciuto alla corte del Regno di Napoli, legatissimo al vicerè, conte di Lemos. Un personaggio un po’ maneggione, un po’ affarista, spregiudicato e spietato con i suoi oppositori.

Ad accompagnare Fanizza, l’altra sera, c’era un sammichelino doc, da tempo trasferitosi a Roma, Domenico Spinelli, economista laureato alla Luiss, che spiega il senso del lavoro del ricercatore molese. «Miguel Vaaz è uno dei rappresentanti dell’élite imprenditoriale e finanziaria della sua epoca. Un uomo dalle mille risorse ma con una precisa identità e una spiccata apertura verso chi ha difficoltà come i serbi e croati, spinti dalla pressione dell’impero Ottomano nella vicina Ragusa, oggi Dubrovnik. Lui accoglie quelli che oggi chiameremmo immigrati». Non solo. Promette loro una casa con l’obbligo di lavorare la terra e pagare la decima (tassa).

Deve esserci molto di vero se addirittura di Vaaz si occupa l’attuale rettore dell’università Roma Tre, Michele Sabatini, e inoltre Cesare Colafemmina, intellettuale di Acquaviva. Vaaz ha lasciato una traccia profonda. «Il 30 per cento di via Toledo, a Napoli, era di Vaaz. A Napoli c’è ancora palazzo Vaaz. Il Cristo di Luca Giordano è sponsorizzato da Vaaz». Lui decreta l’uso della calce con il celeste chiaro, e del resto azzurre sono le facciate delle case del borgo antico di Casamassima.

«Il celeste è il colore degli azulejos portoghesi che segnalano che in quella casa non c’è stata la peste. Nel 1600 c’è la prima grande crisi con una grave inflazione. L’élite ebraica - aggiunge Spinelli - fugge dall’Inquisizione aggressiva di Filippo il Bello, in Portogallo. Giunge in Italia dove Vaaz qui in Puglia controlla la produzione del grano».

Quando sopraggiunge l’epidemia di peste scoppia la guerra del pane e lui è l’unico a rifornire Napoli di pane. Nobilita la stessa zampina dandole un senso storico. «La zampina è l’unica salsiccia senza carne di maiale in Italia perché c’è un’influenza ebraica - spiega lo studioso -. C’è un’influenza portoghese nel dialetto locale. Anche negli stili architettonici, il vignale, la casa con due piani, le scale e il pergolato davanti ritorna un antico modulo portoghese».

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