TURI-SAMMICHELE - Ci sarà anche una pattuglia di turesi pronti a presentare per osservazioni e richieste. Domani alle 16.30, nell’aula consiliare a Sammichele, d’intesa con il ministero dell’Agricoltura e la Regione Puglia, si terrà una riunione sulla proposta di riconoscimento della zampina di Sammichele come prodotto Igp, Indicazione geografica protetta. La riunione è convocata per stabilire, alla presenza di funzionari ministeriali e dell’assessorato all’agricoltura della Regione, se la proposta del Comitato promotore, guidato da Lorenzo Milano, e del relativo disciplinare di produzione siano rispondenti a quanto prevede il regolamento dell’Unione Europea.
Un traguardo che Sammichele rincorre da molto tempo ma da alcune settimane, prima sui social e poi con questa iniziativa concreta, diversi operatori del settore guidati da Stefano De Carolis, giornalista e ricercatore storico, esprimono una visione differente e rivendicano con orgoglio un loro ruolo in materia di zampina. De Carolis si presenta nella veste di presidente delle associazioni “Faldacchea di Turi” e “Trònere di Turi”. «Chiediamo che la Igp sia di Sammichele e Turi».
Insomma, un comprensorio della zampina. «Dimostreremo con documenti e testimonianze che la zampina l’abbiamo sempre prodotta a Turi, nella stessa forma, con uguale sostanza, con identico nome e tradizione». De Carolis spiega: «chiediamo semplicemente di sederci intorno ad un tavolo per ampliare quel territorio ancora ristretto. Certo, tanto di cappello alla sagra della zampina di Sammichele ma se la prima edizione a Sammichele si tenne il 31 ottobre 1967, a Turi si tenne il 25 aprile 1968, realizzata in largo Pozzi e possiamo documentarlo». Calma e sangue freddo per evitare lotte di campanile. «Veniamo in spirito di amicizia - dice De Carolis - vogliamo il dialogo. Una cosa è certa. Possiamo documentare che Turi, sin dall’Ottocento, annoverava molti macellai». Cita a proposito rappresentanti della famiglia Cistulli e un certo Domenico Bruno, detto “papagna” che nel Novecento «divenne famoso proprio nella preparazione della zampina, giungevano ad acquistarla da Bari e da tutta la provincia». Aggiunge: «a Turi, esiste ancora oggi una strada denominata “strada dei macellai”. Non si è mai interrotta la tradizione della zampina». Ascoltiamo i loro propositi per giovedì sera. «In aula consiliare, in maniera educata e civile, forniremo nostre osservazioni. In questa prima fase, chiederemo siano messe a verbale, il ministero deve sapere». Insomma, chiedono un’Igp del territorio.
«Il marchio tutela anche la storia che è alle spalle di quel prodotto e di cui è figlio. È la storia delle persone che hanno caratterizzato quel prodotto. Turi merita rispetto, un Comune che fino al fascismo si estendeva fino alle spalle della piazza; chiediamo un dialogo con l’amministrazione ed i macellai di Sammichele, lungi da noi l’intenzione di mettere il bastone fra le ruote a nessuno». Il sindaco di Sammichele Lorenzo Netti: «Non sono tenuto ad entrare nel merito delle questioni. Sarà una riunione di accertamento nella quale ognuno potrà portare le proprie istanze. Si tratta di un incontro gestito dall’amministrazione comunale. Ci saranno dei funzionari del ministero e della Regione che faranno le loro valutazioni. Questo incontro è qualcosa di estremamente serio, non è la riunione di una associazione qualunque».