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Per la prima volta nella storia sovrano saudita dalla Mecca al Vaticano

 

Martedì 06 Novembre 2007, 00:00

16 Maggio 2025, 16:44

CITTÀ DEL VATICANO - La prima volta di un re saudita dal Papa: è giunto in Vaticano intorno alle 12.30, scortato da numerose auto, il re Abdullah dell'Arabia Saudita per quella che si presenta già una storica udienza con Benedetto XVI.
È la prima volta che un re saudita, che ricopre l'alta carica religiosa di Custode delle due Sacre Moschee della Mecca e di Medina, si reca alla Santa Sede: il regno del Golfo non ha rapporti diplomatici ufficiali con il Vaticano. Dalla Chiesa cattolica è accusato di impedire ai cristiani di praticare la loro fede in pubblico. Tuttavia, il ministro degli Esteri saudita aveva già incontrato il Papa lo scorso 6 settembre.

È durato 30 minuti il colloquio privato tra Benedetto XVI e Abdallah bin Abdulaziz Al Saud, re dell'Arabia Saudita, ricevuto questa mattina in Vaticano. L'incontro si è svolto nella Biblioteca privata del Palazzo apostolico alla presenza di due interpreti. Il Re, che indossava un abito tradizionale blu con un mantello bianco e oro e un copricapo bianco sempre bordato in oro, è stato accolto calorosamente dal Papa nella Sala del Tronetto: una forte stretta di mano e grandi sorrisi hanno suggellato il primo incontro tra un Pontefice e un sovrano dell'Arabia Saudita.
Originali i doni portati da Abdullah: una scultura in oro e argento raffigurante una palma e un cammello e una spada, in oro, con l'impugnatura tempestata da pietre preziose. Il Papa, che ha ricambiato con un'incisione del 1550 che rappresentava il Vaticano e con la medaglia in oro del pontificato, ha delicatamente toccato la spada senza commentare.
Dopo il colloquio con il pontefice, il sovrano saudita ha incontrato anche il segretario di Stato Tarcisio Bertone e il responsabile per i rapporti con gli Stati arcivescovo Dominique Mamberti.
Quella di Abdallah bin Abdulaziz Al Saud è stata la prima visita di un Re dell'Arabia Saudita in Vaticano, anche se Abdallah, essendo allora Principe ereditario, incontrò Giovanni Paolo II il 25 maggio 1999.
Secondo l'Osservatore Romano, «la visita del monarca, che ricopre anche l'altissima carica religiosa di Custode delle Due Sacre Moschee della Mecca e di Medina, riveste grande importanza perchè ha luogo alcune settimane dopo che centotrentotto dotti musulmani, tra i quali alcuni sauditi, hanno inviato una lettera a Benedetto XVI. I centotrentotto esponenti musulmani, in rappresentanza di 43 nazioni, tra Paesi islamici e non, hanno voluto così ribadire l'importanza del dialogo tra cristiani e musulmani. Tra i firmatari della lettera figurano Gran Mufti, responsabili religiosi e studiosi».
«In un mondo i cui confini si fanno di giorno in giorno più aperti, il dialogo, più che una scelta, sembra essere divenuto una necessità», aggiunge la nota ricordando «la presenza di milioni di musulmani nei Paesi occidentali e lo dimostra, con forza, la crescente presenza di cristiani in alcuni Paesi musulmani. Come quelli della penisola arabica». Re Abdullah è stato accompagnato in Vaticano da un seguito di 12 persone, tutti uomini e tutti vestiti con l'abito tradizionale arabo (compresi due giornalisti).
Abdullah bin Abdulaziz Al Saud è stato proclamato sesto Re dell'Arabia Saudita il primo agosto del 2005, dopo la scomparsa del fratellastro Re Fahd. Ma in realtà svolgeva la funzione di reggente già dal 1995. Re Abdullah è nato a Riad nel 1924 ed è figlio di re Abdel Aziz Al Saud, fondatore dell'Arabia Saudita nel 1932. Il suo primo incarico pubblico è stato di sindaco della Città Santa della Mecca. Nel 1962 è divenuto vice ministro della Difesa e comandante della Guardia nazionale, nel 1975 è stato nominato secondo vice primo ministro, mentre nel 1982 è stato nominato Principe ereditario e vice primo ministro. Nel 2005 ha seguito con grande attenzione lo svolgimento delle elezioni, da lui volute, per i consigli municipali, le prime nella storia moderna del Paese.
Ritenuto da molti osservatori aperto all'Occidente, con cui sta stringendo rapporti economici e politici, si è anche dimostrato attento ad ascoltare e sostenere le posizioni dei vicini governi arabi. Grazie a lui il regno saudita ha assunto negli ultimi anni un importante ruolo di mediatore nei conflitti nel Vicino e nel Medio Oriente. È stato lui nel 2002, ancor prima di salire al trono, a presentare a Beirut l'iniziativa di pace araba, in cui si prospettava una disponibilità dei Paesi arabi a normalizzare i loro rapporti con Israele in cambio del ritiro dai territori palestinesi all'interno dei confine del 1967. Oggi è questo il documento su cui si concentrano gli sforzi dei leader arabi per mettere fine al conflitto israelo-palestinese.
Alla visita che il sovrano saudita ha compiuto in Vaticano possono ben adattarsi le parole con cui il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, ha recentemente definito le relazioni tra cristiani e musulmani. «La cosa importante - ha sottolineato il porporato - è conoscersi, conoscersi, conoscersi. Ognuno di noi ha sempre qualcosa da imparare dall'altro».

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