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Lequile, 18enne in carcere in Kazakistan: «Speriamo che Amina sia presto libera»

 
Redazione online

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Diciottenne di Lequile in carcere in Kazakistan, ci sarebbero agenti indagati per torture

La Procura deciderà entro una settimana se far cadere le accuse. Poliziotti indagati per abusi durante i giorni in cui la ragazza è stata rinchiusa in un appartamento «segreto»

Lunedì 30 Ottobre 2023, 09:44

20:12

LEQUILE - «Speriamo che Amina venga presto liberata. Entro una settimana la Procura speciale di Astana ci farà sapere se le accuse contro di lei sono cadute».

E’ quanto afferma il legale di Amina Milo, Alibek Sekerov, la 18enne in carcere da mesi in Kazakistan con l’accusa di traffico di droga.

Alcuni poliziotti sarebbero indagati per torture nell’inchiesta che la Procura speciale di Astana, in Kazakistan, ha aperto per fare luce sugli abusi che la 18enne italiana Amina Milo ha denunciato di aver subito durante i giorni in cui sarebbe stata detenuta da alcuni agenti in un appartamento «segreto» dove sarebbe stata «maltrattata e picchiata», e dove avrebbe «subito dei tentativi di stupro».

Amina, secondo quanto ricostruito dai suoi genitori e dal suo legale, è stata fermata a Astana dalla polizia il 18 giugno mentre era in giro con un coetaneo del posto. Il ragazzo avrebbe avuto con sé dello stupefacente ma Amina - precisa il legale - "non sapeva nulla che il ragazzo avesse della droga». E anche gli esami tossicologici non hanno evidenziato la presenza di alcuna sostanza nel sangue di Amina che quindi «è stata detenuta senza alcun motivo».

Dopo il fermo, Amina - secondo quanto riferito - è stata portata dalla polizia in un appartamento privato dal quale poi un agente avrebbe chiamato sua madre, Assemgul Sapenova, chiedendole 60mila euro per il rilascio di sua figlia. La madre a quel punto, su consiglio dell’avvocato Sekerov, si è rivolta all’ambasciata italiana che ha ottenuto il rilascio della 18enne.

Pochi giorni dopo, però, l’11 luglio, Amina è stata nuovamente convocata dalla polizia che l’ha arrestata per traffico internazionale di droga, dopo averle fatto firmare dei documenti che la giovane non comprendeva perché, vivendo in Italia da quando aveva otto anni, non parla né russo né kazako.

L’avvocato aggiunge che oggi la Procura ha convocato ed ascoltato alcuni testimoni nell’ambito dell’inchiesta sulle presunte torture che la 18enne avrebbe subito per 16 giorni in un appartamento privato dove sarebbe stata portata dalla polizia kazaka. E che oggi un poliziotto avrebbe ammesso che gli agenti in quella circostanza avrebbero agito in maniera illegittima.

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Infine annuncia di aver presentato istanza di perizia psichiatrica per dimostrare che Amina Milo non sta mentendo e che ha subito pressioni psicologiche.

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