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Fonti Usa: missile caduto in Polonia partito dall'Ucraina. Due le vittime. Meloni dal G20 condanna attacco

 
Redazione online

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Polonia, missili russi cadono vicino al confine con l’Ucraina: due morti

Convocato gabinetto d'urgenza a Varsavia. 'Forse i resti di un razzo abbattuto da Kiev'

Martedì 15 Novembre 2022, 20:23

16 Novembre 2022, 12:53

Il missile che ieri ha ucciso due persone in Polonia è partito dall'Ucraina, anche se era di fabbricazione russa. Lo riferiscono alla Cnn due fonti americane informate sulle valutazioni iniziali degli Stati Uniti. I funzionari hanno aggiunto che le valutazioni dell'intelligence sono state discusse durante la riunione di emergenza convocata da Biden a margine del vertice G20 a Bali e sono state condivise nella riunione degli ambasciatori della Nato a Bruxelles.

La Polonia - a quanto si apprende - non ha per ora invocato l'articolo 4 della Nato. L'articolo 4 del trattato di Washington prevede che "le Parti si consulteranno ogniqualvolta, a giudizio di una di esse, l'integrità territoriale, l'indipendenza politica o la sicurezza di una delle Parti siano minacciate". Non si sa al momento se intenderà farlo più avanti.

Anche il presidente Usa, Joe Biden, avrebbe detto ai leader del G7, secondo Dpa, che il razzo era un missile antiaereo proveniente dall'Ucraina.  Avrebbe anche precisato che si trattava di un missile del sistema S-300. E dopo l'incontro di emergenza a Bali con gli alleati, Biden ha sostenuto che è "improbabile" che il missile sia partito dalla Russia. "Questo è dovuto all'analisi della traiettoria ma non voglio dire che si sia già completata una vera indagine sull'accaduto".

Le dichiarazioni di Giorgia Meloni

«C'era la questione complessa dell’aggressione della Russia all’Ucraina. Non si poteva fingere di non vedere quello che sta accadendo con l’aggressione russa». «La situazione era molto complessa, il G20 c'erano gli ingredienti perchè si traducesse in un fallimento ma è stato un successo. La questione più complessa era la gestione dell’aggressione russa all’Ucraina». Lo ha detto la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, incontrando la stampa a Bali, al termine del G20. «Questo summit è stato anche un’occasione per combattere la narrazione 'Occidente contro resto del mondo'. È la ragione per cui l’Italia si è molto concentrata sui confronti bilaterali con nazioni con le quali c'è minore capacità di incontrarsi».

La giornata di ieri

A Bali in giornata russi e ucraini avevano mostrato ai leader mondiali di portare avanti un dialogo tra sordi. Volodomyr Zelensky, in videocollegamento con il summit, ha proposto le sue dieci condizioni per sedersi a un tavolo, ma da Mosca il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov ha replicato che "l'operazione militare» sarebbe continuata. Perché è Kiev, ha aggiunto, che continua a «rifiutare i negoziati».
Dalle parole Mosca è passata ai fatti. E subito dopo che il ministro degli Esteri Serghei Lavrov ha lasciato Bali, i bombardieri di Putin hanno lanciato un attacco missilistico massiccio che ha colpito una decina tra città e distretti dell’Ucraina. Non solo Kiev ma anche Leopoli, al confine con la Polonia. In serata è arrivata la notizia che si temeva dall’inizio del conflitto: due missili sarebbero caduti sul villaggio polacco di Przewodow, vicino alla frontiera, uccidendo due persone. Nei caotici momenti successivi, sempre i media polacchi hanno ipotizzato che potrebbe trattarsi non di un errore di lancio da parte dei russi ma di un missile abbattuto dalla contraerea ucraina.

Nel peggiore degli scenari, la Polonia potrebbe anche invocare l’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, che vincola gli Stati membri alla difesa collettiva. Il Pentagono, pur chiarendo di non aver conferma immediata dell’accaduto, ha assicurato che gli Stati Uniti «difenderanno ogni centimetro" dell’Alleanza. Anche i Baltici si sono detti pronti. A stretto giro, è arrivata la replica del ministero della difesa di Mosca, che ha parlato appunto di «una provocazione» mirata a provocare un’escalation, perché i resti ritrovati «non hanno nulla a che vedere con armamenti russi».

Gli oltre 100 missili russi lanciati su gran parte dell’Ucraina avevano colpito Kiev, Kharkiv e Leopoli, le tre grandi città lontane dall’epicentro dei combattimenti. L'obiettivo principale del nemico, secondo Kiev, sono state ancora una volta le «infrastrutture critiche». Il risultato è stato che diverse regioni hanno subito interruzioni di corrente, sette milioni di case sono rimaste al buio, danni ingenti sono stati rilevati alla rete internet e della telefonia mobile. A Kiev metà dei residenti è senza luce e le bombe russe hanno centrato anche due palazzi, provocando almeno un morto. Interruzioni di corrente si sono verificate anche in Moldavia.

Alla pioggia di raid sull'Ucraina Zelensky ha risposto assicurando che il suo Paese «sovravvivrà» e che Mosca «non raggiungerà i suoi obiettivi». E l’evoluzione del conflitto, almeno sul fronte meridionale, sembra per il momento dargli ragione. Dopo la riconquista di Kherson le sue truppe hanno continuato a spingere indietro i russi, che hanno abbandonato anche la città di Novaya Kakhovka, per spostarsi in aree più sicure dell’oblast. Secondo Kiev, adesso, il nemico ha ripiegato di una ventina di chilometri dalla linee che aveva attrezzato sulla riva orientale del Dnepr. Al tempo stesso si moltiplicano le incursioni ucraine in territorio russo, nella regione di Belgorod. Un bombardamento sulla città di Shebekino, a quattro chilometri dal confine, ha provocato la morte di due civili, ha denunciato il governatore.

I successi della controffensiva di Kiev sono stati confermati anche dall’Ue. «Hanno già recuperato il 50% dei territori occupati dalla Russia dal 24 febbraio», ha spiegato l’Alto rappresentante Josep Borrell al termine del Consiglio Difesa a cui hanno preso parte anche il ministro della Difesa ucraino, Andriy Zahorodniuk, ed il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg.

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