Lutto cittadino

Bernalda piange Roberto: scomparso il «guerriero» per i diritti dei disabili

Antonio Corrado

Insieme alla «Gazzetta» riuscì ad ottenere il sollevatore in stazione: aveva solo 23 anni

BERNALDA - Roberto non c’è più, ma la sua battaglia civile per garantire un sollevatore d’accesso sul treno Frecciarossa alle persone con disabilità nelle stazioni di Metaponto e Ferrandina, resterà nella storia della Basilicata. Il sindaco di Bernalda, Domenico Tataranno, ha proclamato il lutto cittadino nelle giornate di ieri e oggi per la scomparsa di Roberto Scasciamacchia, portato via da una malattia invalidante a soli 23 anni. Nel settembre 2018 la Gazzetta diede voce alla protesta di Roberto, che nella stazione di Metaponto aveva avviato la sua battaglia per il diritto delle persone in carrozzina, a cui veniva negata l’accessibilità sui treni veloci.

Una protesta così forte e mediaticamente corale, che in venti giorni Trenitalia dovette attrezzare le stazioni lucane di Metaponto e Ferrandina di un sollevatore speciale, per porre rimedio al grave disservizio. Fino a quel momento, Roberto era costretto ad alzarsi alle 3.30 per mettersi in auto con il padre Filippo e raggiungere Taranto a 30 chilometri di distanza, dove poteva salire sul treno pagando paradossalmente anche un biglietto più caro. L’alternativa era Potenza, a 100 chilometri da Bernalda. Tutti i bernaldesi ricordano la battaglia vinta da Roberto, che nella sua breve vita da diversabile è riuscito a lasciare un segno indelebile in tutti i cuori.

«Sapevamo tutti bene che questo giorno sarebbe arrivato -commenta commosso il sindaco Tataranno- ma Roberto ci aveva abituato a tanti miracolosi lieti epiloghi, che oggi ci chiediamo come sia possibile. Il suo sorriso, la sua intraprendenza e caparbietà, la sua meravigliosa curiosità, l’inesauribile forza e il coraggio sono andati oltre qualsiasi impedimento fisico. Roberto ci ha insegnato cosa significa vivere, semplicemente mostrandoci come si fa davvero. Lo ringrazio a nome di tutti per le battaglie che ha condotto, perché voleva prendere il treno e andare al mare (solo per fare alcuni esempi). Se oggi chi ha un problema come quello di Roberto può prendere il treno, o semplicemente andare al mare a Metaponto (grazie al lido inclusivo inaugurato l’estate scorsa ndr), deve dire grazie a lui.

Quando tutto sembrava finito, non ha esitato a sottoporsi a un intervento chirurgico mai eseguito prima, come fanno i supereroi nei film. Invece era la sua vita reale. Ringrazio Roberto per esserci stato fino all’ultimo faticoso respiro -conclude Tataranno- la sua vita è stata vera, autentica, ha ispirato e continuerà ad ispirare. Mi auguro che questi due giorni di lutto per un paese intero, siano utilizzati da tutti per riflettere sulla tua testimonianza di vita terrena, sull’amore puro che Roberto ha donato ad amici e parenti, oltre a quello ricevuto».

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