Giovedì 16 Ottobre 2025 | 16:59

Lecce, rimosso il cancello dell’atelier di D’Andrea: sarà riportato al suo antico splendore

Lecce, rimosso il cancello dell’atelier di D’Andrea: sarà riportato al suo antico splendore

 
andrea aufieri

Reporter:

andrea aufieri

Lecce, rimosso il cancello dell’atelier di D’Andrea: sarà riportato al suo antico splendore

A lavori di demolizione quasi ultimati, la preziosa opera in ferro battuto realizzata dal maestro è stata imballata e portata via

Giovedì 16 Ottobre 2025, 13:37

Sta per cambiare volto quello che per anni è stato poco più che un rudere nascosto in un angolo altrettanto celato della città. Si tratta dell’antico atelier del maestro del ferro battuto, Antonio D’Andrea, al civico 21 di via Stampacchia, alle spalle del tribunale penale. Qui lo scultore realizzava i suoi capolavori. Ad accogliere chiunque passasse di lì, il suo proverbiale stile scultoreo apposto sul cancello, a riprendere parte di uno zodiaco e altre simbologie. Tema che viene parzialmente ripreso anche in altre improvvise epifanie dell’artista nei camminamenti meno battuti del centro storico e delle aree vicine.

Aveva fatto andare in apnea la chiusura del “rudere” di via Stampacchia per la “riqualificazione attraverso demolizione” gestita da un’azienda edile, lo scorso aprile. Google Maps riporta l’immagine più vecchia disponibile, risalente al 2011 e già con un evidente avviso di vendita. Oggi, a lavori di demolizione quasi ultimati, resta in piedi ancora il portale d’ingresso, ma il primo a essere imballato e portato via è stato proprio il prezioso cancello in ferro battuto. Sarà restaurato e restituito al suo originario splendore, assicurano, e speriamo di rivederlo presto.

Nato a Lecce il 23 luglio 1908 e morto sempre nel capoluogo salentino il 10 ottobre del 1955, D’Andrea è sempre rimasto appartatato dalle monumentalità barocca e romana, sebbene le abbia sapute reinterpretare in chiave novecentesca, fino ad arrivare ad apporre le sue opere proprio nella basilica di Santa Croce.

La fortuna di D’Andrea arriva grazie alla vittoria di un concorso internazionale per la realizzazione di una lampada francescana in occasione dei 700 anni dalla morte di Francesco d’Assisi. Correva l’anno 1927 e tutto il mondo comincia a parlare di lui: papa Pio XII riceve una sua opera in regalo e spende parole eccelse, dicendosi ispirato dalla “squisita umiltà che spira nell’artistica composizione” dell’autore. L’anno seguente torna a dirigere l’accademia d’Arte di Galatina, mettendo a punto un particolare tono di verde, da lui elaborato per le sue sculture e che verrà appunto battezzato “verde D’Andrea”.

La sua figura artistica e la levatura intellettuale andrebbe costantemente riabilitata. Soggetto di una mostra dedicata nel 2022, a cura del Polo biblio-museale di Lecce, l’esposizione proponeva una selezione di disegni, documenti, progetti e opere in ferro battuto. Mancavano, però, la dimensione della sua presenza cittadina costante, attraverso insospettabili cancellate e raffigurazioni, e soprattutto l’intensa attività intellettuale di D’Andrea, che nel 1938 aprì il suo studio di via Pasubio al cosiddetto “Convivio”. Un’accolita di artisti e autori che animavano la vita culturale della città, con legami internazionali e la città salentina al centro del dibattito culturale.

Oltre ai maestri Nino Lodi e Alceo Pantaleoni, rispettivamente autore della pensilina in stile liberty dell’Hotel Risorgimento e importatore in città dell’Art Nouveau, D’Andrea si avvalse della frequentazione di personalità del calibro di: Vittorio Bodini, Giuseppe Ungaretti, Enrico Falqui, Cesare Massa, Vittorio Pagano, Aldo Calò, Michele Massari, Geremia Re, Lino Suppressa, Ennio Bonea, Tito Schipa e molti altri.

Cosa succedeva nei “convivi”? Accese discussioni tra i protagonisti, che poi sfociavano negli articoli delle numerose testate culturali allora vivaci in città e non solo, e poi saggi, riflessioni. Insomma, si seminava pensiero. Ecco perché quel cancello in ferro battuto è un simbolo da recuperare.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)