È illegittima una clausola contenuta nel bando di gara pubblicato dal Comune di Galatina per un appalto da oltre 2 milioni di euro destinato ai lavori del piano di potenziamento dei centri per l’impiego. L’Autorità nazionale anticorruzione, in particolare, ha censurato la previsione che obbligava le imprese concorrenti a partecipare a tutti e tre i lotti previsti.
Secondo quanto stabilito nella delibera n. 287 del 23 luglio 2025, approvata dal consiglio dell’Anac, questa clausola viola i principi di concorrenza e accesso al mercato. L’Autorità ha invitato perciò il Comune ad annullare tutti gli atti di gara (bando, disciplinare e atti conseguenti), assegnando un termine di 15 giorni per adeguarsi, con la possibilità di impugnazione in caso di inadempienza.
L’appalto per la riqualificazione dei centri per l’impiego era suddiviso in tre interventi distinti: l’adeguamento infrastrutturale (875.580 euro), l’efficientamento energetico (188.875 euro) e la ristrutturazione dell’ex istituto “Laporta” (1.022.519 euro), per un valore complessivo di oltre 2 milioni di euro. Nonostante i tre lotti avessero oggetti e importi differenti, il disciplinare imponeva la partecipazione congiunta a tutti.
Il Comune aveva motivato la scelta con l’esigenza di evitare ritardi, dato che gli interventi riguardavano lo stesso edificio e rientravano nei progetti finanziati con fondi Pnrr. Ma per Anac la giustificazione non regge.
Secondo l’articolo 58 del codice degli appalti, la suddivisione in lotti è uno strumento pensato per favorire la partecipazione delle piccole e medie imprese e ogni accorpamento artificioso è vietato.
«L’obbligo di partecipazione a tutti i lotti - ha scritto Anac - realizza sostanzialmente un accorpamento de facto che elude il principio di massima partecipazione sancito dalla normativa europea e nazionale».
A pesare nella valutazione anche un’altra criticità: il disallineamento tra il cronoprogramma dei lavori e il termine indicato nel disciplinare, che fissava la conclusione dell’opera al 31 gennaio 2026. In realtà, i documenti tecnici prevedevano una durata dei lavori di 300 giorni, generando confusione nei tempi di esecuzione e nella formulazione delle offerte.
La vicenda è stata inquadrata da Anac nel novero delle gravi violazioni che ostacolano la concorrenza. Da qui l’invito al Comune a ritirare l’intera procedura e a riformulare la gara tenendo conto delle osservazioni.