I residenti di San Cataldo all’attacco, con esposti e denunce, contro la movida che «disturba la quiete pubblica». La polizia locale accoglie le loro richieste di maggiori controlli, ma i proprietari dei locali notturni ribadiscono che hanno la coscienza a posto e che rispettano tutte le regole. Dopo l’esposto fatto ad agosto del 2024, alcuni residenti di San Cataldo sono tornati all’attacco depositando una denuncia alla polizia locale contro il «caos e il disordine» della movida che anima la principale marina leccese. Parcheggi selvaggi, auto davanti ai passi carrai e invasione di mezzi nelle ore notturne: sono questi alcuni dei disagi che vengono posti all’attenzione dell’amministrazione Poli. «Spesso vengono lanciate bottiglie di vetro e lasciati a terra residui di pasto», puntualizzano alcuni abitanti della zona dell’area mercatale dove insistono tanti locali notturni.
Non avendo ottenuto alcun risultato fino ad oggi, i residenti hanno pensato di rivolgersi alla Prefettura e alla procura di Lecce. «Temiamo per l’incolumità delle persone, perché si sono verificati spesso episodi di violenza - hanno spiegato i rappresentanti di una delegazione di 90 residenti - Il mercoledì è il giorno più critico, nell’area mercatale che ospita i vari locali, perché viene organizzata una sorta di raduno, tipo “Pride”, con più di mille persone nell’area, con effetti negativi su tutto il contesto».
Ieri mattina la XI Commissione controllo, ha analizzato la questione a Palazzo Carafa. Il presidente Antonio Rotundo ha chiesto alla polizia municipale di venire incontro alle richieste dei residenti, prima che questi ultimi siano costretti a rivolgersi al prefetto e ai magistrati «per individuare eventuali inadempienze». Gli abitanti della zona dove si è sviluppata la movida chiedono rilievi fonometrici e controlli: vogliono che San Cataldo torni ad essere una tranquilla meta dove la notte tutto si spegne e riposa. Del resto questa marina leccese non è mai stata meta del divertimento notturno giovanile, com’è avvenuto per altre zone, ad esempio Gallipoli, Melendugno e Nardò. I residenti denunciano la «presenza di molti minorenni con un altissimo consumo di alcol».
«Chiediamo un intervento urgente affinché si ripristini la legalità», hanno detto in aula. Il comandante della polizia municipale, Donato Zacheo, ha dichiarato in commissione di prendere atto di questo esposto, ma di non averne mai avuto notizia. «Organizzeremo una pattuglia per fare i dovuti controlli - ha affermato il dirigente comunale - Per noi non è facile organizzare una pattuglia della polizia locale dedicata a una zona specifica per tutta la notte, ma lo faremo». Il presidente Rotundo auspica che si eviti l’esposto in procura, per cercare una mediazione con i gestori di locali. La commissione si è impegnata a verificare insieme all’associazione di residenti che attraverso l’intervento della polizia locale la situazione rientri nella normalità.
«Tutte le serate che abbiamo (solo 4) sono autorizzate dalla legge - spiegano alcuni addetti ai lavori - Abbiamo autorizzazioni e paghiamo le tasse per fare il nostro lavoro. Seguiamo scrupolosamente le normative. Finalmente c’è un posto per il divertimento dei giovani, anche a San Cataldo e non ci sentiamo più secondi rispetto alle marine più blasonate. Questo dovrebbe far piacere a tutti. Noi facciamo girare l’economia, c’è tutto un indotto che si arricchisce con queste serate. Orari e volumi vengono rispettati: controlliamo sempre i dj e gli stiamo col fiato sul collo! Più di così non possiamo fare: altrimenti non ci avrebbero autorizzato. La nostra stagione a San Cataldo è limitatissima: massimo luglio e agosto. Speriamo che ci facciano lavorare come è concesso a tutti gli altri locali sulla costa».