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Piccione, ex sindaco di Sannicola, sceglie di tacere: si dimette e chiede i domiciliari

 
angelo centonze

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Piccione, ex sindaco di Sannicola, sceglie di tacere: si dimette e chiede i domiciliari

La posizione di Piccione appare centrale: secondo l’accusa, avrebbe organizzato una rete clientelare all’interno del Comune, pilotando appalti, incarichi e concorsi pubblici a proprio vantaggio, anche a fini elettorali

Sabato 12 Luglio 2025, 13:18

13:25

Ha scelto la via del silenzio davanti alla giudice per le indagini preliminari Valeria Fedele, ma ha firmato le dimissioni da tutte le cariche istituzionali e presentato istanza per ottenere i domiciliari. Cosimo Piccione, ex sindaco di Sannicola e fino a ieri vicesindaco con deleghe strategiche, è stato ascoltato ieri mattina nell’interrogatorio di garanzia, dopo essere finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta su una presunta associazione a delinquere per reati contro la pubblica amministrazione. Il blitz della Guardia di finanza di Gallipoli ha portato a otto arresti (uno in carcere, sette ai domiciliari) e coinvolto 34 indagati tra persone fisiche e società, nell’ambito delle indagini coordinate dalla sostituta procuratrice Patrizia Ciccarese.

La posizione di Piccione appare centrale: secondo l’accusa, avrebbe organizzato una rete clientelare all’interno del Comune, pilotando appalti, incarichi e concorsi pubblici a proprio vantaggio, anche a fini elettorali. Il legale dell’ex sindaco, l’avvocato Luigi Corvaglia, ha spiegato che la decisione di non rispondere alle domande è legata alla necessità di analizzare con attenzione il corposo fascicolo d’indagine. Tuttavia, ha anche anticipato che Piccione potrebbe chiedere di essere interrogato in un secondo momento. Intanto, il difensore ha depositato in Comune le dimissioni del suo assistito da vicesindaco, assessore e consigliere comunale, chiedendo al giudice la sostituzione della custodia cautelare in carcere con quella ai domiciliari. Sul punto si attende il parere del pm, prima della decisione del giudice.

L’indagine descrive un sistema che, anche dopo la fine del mandato da sindaco, avrebbe continuato a ruotare attorno a Piccione. L’ex primo cittadino, secondo le accuse, avrebbe posizionato nei ruoli chiave dell’ente figure di sua fiducia, mantenendo un’influenza diretta sulle scelte amministrative. Gli appalti finiti sotto la lente degli inquirenti sono numerosi, tra questi c’è la gestione degli impianti sportivi del Parco del Sergente. Per quest’ultimo episodio risulta indagato a piede libero per turbativa d’asta anche l’attuale sindaco Graziano Scorrano. L’ex sindaco risponde pure di corruzione in atti giudiziari, poiché avrebbe “condizionato”, nel processo per presunto mobbing ai danni della dirigente, all’epoca dei fatti, Silvia Tunno, alcune testimonianze, offrendo favori in cambio. E proprio mercoledì sera, nel giorno del suo arresto, è arrivata la condanna a 1 anno di reclusione (pena sospesa) per stalking. La sua difesa è però decisa a impugnarla in appello.

Ieri in tribunale si sono svolti anche gli interrogatori dei sette finiti ai domiciliari: l’ex dipendente Cosimo Leo (chiesta la revoca della misura, poiché in pensione), Annunziata Fiorella Rocca, funzionaria del Comune, Giordano Carrozzo. Sono difesi dall’avvocato Luigi Corvaglia e si sono avvalsi della facoltà di non rispondere (soltanto Leo ha rilasciato spontanee dichiarazioni). Il dipendente Marco Mario Prontera e Maria Pia Gioffreda (ex consigliera comunale), difesi dall’avvocato Luigi Covella, hanno risposto per chiarire la loro posizione. Davanti al gip anche Gianpaolo Miglietta (avvocato Stefano De Francesco) e Walter Cosimo Pennetta (avvocato Salvatore Ponzo): si sono avvalsi della facoltà di non rispondere.

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