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Galatina, baby gang picchia 17enne in sala d'attesa stazione: scattano cinque arresti

 
Redazione online

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Galatina, baby gang aggredisce un 17enne in stazione e filma tutto: indagini in corso

Complessivamente, gli indagati per l’episodio sono dieci: oltre ai cinque destinatari delle misure restrittive, altri tre sono indagati in stato di libertà, mentre due non sono imputabili poiché non hanno ancora compiuto 14 anni

Mercoledì 04 Giugno 2025, 14:31

Sono scattati i primi provvedimenti giudiziari in merito alla violenta aggressione avvenuta il 16 aprile scorso nella stazione ferroviaria di Galatina. La Procura per i Minorenni di Lecce ha disposto misure cautelari nei confronti di cinque adolescenti, che sono stati collocati in una comunità penale minorile. Complessivamente, gli indagati per l’episodio sono dieci: oltre ai cinque destinatari delle misure restrittive, altri tre sono indagati in stato di libertà, mentre due non sono imputabili poiché non hanno ancora compiuto 14 anni.

L’indagine è partita dopo la denuncia presentata dalla madre della vittima, un ragazzo di 17 anni affetto da diabete e con invalidità totale. Il pubblico ministero aveva richiesto per i cinque principali aggressori la detenzione in carcere, ma il giudice per le indagini preliminari ha optato per una misura meno afflittiva, valutando più adeguato l’inserimento in comunità, considerando l’età degli imputati e il potenziale percorso rieducativo.

L’episodio si è verificato all’interno della sala d’attesa della stazione di Galatina, dove il 17enne è stato circondato da un gruppo noto online con il nome di “gang del bosco”. I membri lo hanno insultato, colpito brutalmente – anche con l’uso di una cintura – e umiliato mentre uno di loro filmava la scena. Il video dell’aggressione, caricato per breve tempo sui social, è stato rapidamente rimosso ma ha già scatenato fortissime reazioni di indignazione e rabbia.

Nel filmato si riconosce la voce di una ragazza, fidanzata di uno degli aggressori, che commenta: “Devo riprendere tutto, oggi siamo qui con la gang del bosco”, e aggiunge: “Amò, dentro ci sono le telecamere”. Nonostante il richiamo, il branco ha agito con estrema violenza, ignorando la presenza delle videocamere di sorveglianza.

La vittima, scioccata, non ha parlato subito di quanto accaduto. Solo il giorno seguente, notando i lividi sul corpo del figlio, la madre lo ha convinto a raccontare. Il giovane è stato quindi condotto in ospedale, dove i medici hanno diagnosticato lesioni guaribili in 25 giorni. La donna, determinata a ottenere giustizia, ha prima cercato chiarimenti direttamente da uno degli aggressori, senza ricevere risposta, e poi si è rivolta alla Polizia per sporgere formale denuncia. Gli inquirenti, attraverso il video e le testimonianze raccolte, sono riusciti a identificare dieci adolescenti coinvolti.

Nei loro confronti sono emerse anche altre responsabilità. Nella stessa serata dell’aggressione in stazione, sette dei dieci indagati si sarebbero recati presso l’abitazione dove il 17enne e alcuni amici si erano rifugiati, colpendo il portone a calci e lanciando minacce. Un precedente episodio risalirebbe al 12 aprile, in via Martinez, dove – davanti a una ventina di coetanei – la vittima sarebbe stata ancora una volta insultata e aggredita fisicamente.

Molti dei ragazzi coinvolti erano già noti alle forze dell’ordine per episodi di vandalismo e azioni violente. Tra di loro ci sono anche alcune ragazze e almeno due soggetti erano già stati coinvolti in un'altra aggressione, avvenuta pochi giorni prima, ai danni di un altro minorenne, anch’egli picchiato e denudato. Sui social, i componenti della baby gang si mostravano armati di coltelli e spranghe, incappucciati, mentre si vantavano delle loro azioni.

Le indagini hanno inoltre rivelato che il 17enne era vittima di soprusi, minacce e violenze da parte di alcuni degli indagati da almeno tre anni. In più occasioni era stato preso di mira e maltrattato senza motivo, sviluppando un forte stato di ansia che lo ha portato a modificare le sue abitudini quotidiane. Le indagini, coordinate dalla Procura per i Minorenni, proseguono per far luce su altri episodi simili, anche nei confronti di ulteriori vittime.

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