Ammontano a 69,3 milioni i 5 interventi per il capoluogo leccese previsti dell’accordo di coesione tra presidenza del Consiglio dei ministri e Regione Puglia: la delibera del governo è approdata a Palazzo Carafa ieri mattina. Dopo che il dirigente Pantaleo Isceri ha dato lettura di tutti gli interventi finanziati, la variazione al bilancio di previsione finanziaria è passata, in Commissione, con 14 voti della maggioranza, 6 astenuti e 5 assenti. Domani il “sì” definitivo in Consiglio comunale.
Con i quasi 70 milioni c’è la possibilità di valorizzare la “Lecce romana”, ma anche di puntare su un’infrastruttura moderna, come il porto turistico, che possa offrire a tutti centinaia di posti barca (si parla di almeno 500 ormeggi). Una parte della cifra è destinata all’ampliamento degli scavi archeologici e alla fruizione dell’anfiteatro di piazza Sant’Oronzo (per un totale di 18 milioni di euro spalmati nel triennio 2025-27). Il vero colpo di scena, però, è rappresentato dall’aver intercettato nel giro di un anno le risorse per il progetto “Lecce città euromediterranea”, che consentirà la realizzazione del porto turistico di San Cataldo per un valore di 25 milioni di euro. A cento metri dalla darsena, in mare aperto, con un pescaggio molto più alto (fino a 25 metri), potranno sorgere altri 500 posti barca.
Il progetto dell’architetto Alfredo Foresta è già in campo. Sarà un “porto a mare”, capace di ospitare barche più grandi, senza necessità di dragaggio. Si farà un sistema tipo “a dighe” per far passare l’acqua. L’intervento sarà anche l’occasione per difendere la costa dall’erosione. In altre parole, sarà un’infrastruttura di mitigazione del sistema costiero. Il porto turistico sarà collegato al mare con delle passerelle e si userà un sistema a palafitte, come i trabucchi, che garantirà un rapporto equilibrato con l’ecosistema. Il progetto si serve di un sistema di passerelle a 100 metri dal mare come il porto d’Arechi di Salerno, che non è stato scavato sulla linea di costa, ma realizzato fuori. Così si potranno salvaguardare le dune, si eviterà il dragaggio, nel totale rispetto dell’habitat di Torre Veneri: sarà rispettato il sistema vincolistico, la sostenibilità economica e ambientale dell’area.
Il dipartimento di Ingegneria dell’Università del Salento sta verificando l’impatto ambientale del progetto riproducendo in scala il movimento dei venti e dei mari. A questo bisogna aggiungere l’investimento di 17 milioni di euro, per il recupero dei parchi costieri.
Il quarto intervento sostenuto dal governo riguarda un progetto di valorizzazione del Parco archeologico di Rudiae: potranno essere investiti 4,5 milioni di euro. Il quinto e ultimo degli interventi finanziati dall’esecutivo nazionale è quello di sistemazione delle aree del Circolo tennis, Corte Licci e il completamento delle Mura urbiche con 4,8 milioni. Adesso le risorse ci sono, non resta che accelerare.