LECCE - «Non possiamo sbagliare, tatticamente e mentalmente. I grandi risultati passano da partite come questa e se il nostro obiettivo è la salvezza vuol dire che la salvezza passerà anche da questa partita». Marco Giampaolo e il suo Lecce sono ben consapevoli dell’importanza dello scontro diretto contro il Venezia, che andrà in scena oggi al «Via del Mare», alle 12:30. La squadra giallorossa vuole mettersi alle spalle il periodo negativo caratterizzato da cinque sconfitte di fila per provare a dare una scossa alla parte bassa della classifica. La sfida contro la formazione allenata da Eusebio Di Francesco non sarà certo decisiva, considerando che mancheranno poi altri sette incontri alla fine del campionato. Ma inevitabilmente Lecce-Venezia sarà uno spartiacque fondamentale per il futuro.
«Per mettersi alle spalle il momento difficile non bisogna perdere la testa, ci vuole lucidità - appunta Giampaolo -. Non servono comportamenti irrazionali, bisogna canalizzare nel migliore dei modi la tensione della partita. La squadra si è allenata bene, anche se la serie di sconfitte non è stata certamente salutare. I risultati negativi tolgono sicurezze e autostima, questo succede non solo al Lecce ma anche alle grandi squadre. In settimana però sono state fatte le cose per bene per prepararsi a questa partita molto importante». Al centro del dibattito in casa Lecce è finita anche la costruzione delle azioni partendo dal portiere, un tema rispetto al quale Giampaolo non rinnega le sue idee: «La costruzione dal basso non è un esercizio di stile, è utile per creare gli spazi nella metà campo avversaria. Io non vado dietro ai luoghi comuni, questa soluzione ci ha permesso anche di creare delle reti. Un errore non deve mettere in discussione il pensiero, io non giudico con il senno di poi. Noi seguiamo un’idea e la portiamo avanti per perfezionarla, cercando di sbagliare il meno possibile. La costruzione dal basso si fa quando ci sono le condizioni, poi la scelta della giocata è situazionale».
Il tecnico giallorosso si sofferma poi sul peso dell’incontro anche dal punto di vista mentale: «La partita è molto importante e i calciatori lo sanno. Il Venezia è una squadra non facile da affrontare, sa fare tante cose, non a caso ha ottenuto risultati di rilievo. L’importanza della gara però non deve andare a pesare sulla prestazione. Non sarà una sfida decisiva, ma sommata alle partite che mancheranno lo potrà probabilmente diventare nel momento in cui si faranno i conti a fine campionato». Giampaolo non bada poi ai discorsi relativi allo squilibrio fra gol incassati e gol segnati: «Il mio focus va soltanto sulla prestazione. In settimana lavoriamo sui dettagli e sulle indicazioni che ci danno le partite. Io presto attenzione all’impegno della squadra e alla capacità di superare i momenti di difficoltà. La sconfitta non è mai salutare per nessuno e i calciatori sono i primi a risentirne. La mia preoccupazione è quella di preservare la lucidità mentale utile per giocarsi questo tipo di partite». Quanto alle scelte di formazione, Giampaolo non svela le sue carte, sottolineando però l’importanza dei cambi a gara in corso: «Dubbi ne ho tanti. La domenica però bisogna ricordare che si gioca in 16. Non bisogna discutere di chi va in campo, ma di come si va in campo. Non esiste più l’undici titolare, va tenuto presente il peso delle sostituzioni perché con cinque cambi si può modificare la metà dei giocatori di movimento». In mezzo al campo scalpita Berisha: «Ha tutta la mia stima, è un giocatore forte. Dovrà fare i suoi step di crescita e acquisire continuità nelle partite. Le scelte che faccio non sono mai assolute, sono valutazioni che di volta in volta opero in base al tipo di partita e all’avversario». Infine, il Lecce dovrà risolvere il problema derivante dall’assenza di gol nei reparti diversi dall’attacco. «Non credo ci sia un problema di personalità quando si arriva alla conclusione - spiega il tecnico -. Helgason per caratteristiche è un giocatore che può arrivare al tiro, Ramadani ci arriva meno per la posizione che occupa. L’attacco sta facendo il suo, ci manca qualcosa ad esempio sui calci piazzati. Questa squadra in linea di massima può trovare il gol con i suoi attaccanti, le ali e il centrocampista offensivo. Bisogna poi sempre tenere presente quelle che sono le caratteristiche dei calciatori, ogni giocatore ha le sue peculiarità. Ci saranno sempre, ad esempio, dei mediani che non faranno mai un inserimento, perché non ce l’hanno nelle corde. Ogni singolo ha un suo personale patrimonio tecnico».