Sabato 06 Settembre 2025 | 18:40

Risarcimenti Tap, l’ira della Provincia sui Comuni di Melendugno e Vernole

 
Gaetano Gorgoni

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Gaetano Gorgoni

Risarcimenti Tap, l’ira della Provincia sui Comuni di Melendugno e Vernole

«Incomprensibile fuga in avanti, restando assieme a noi avrebbero ottenuto di più»

Domenica 16 Marzo 2025, 10:31

L’accordo con Tap era già pronto e coinvolgeva tutti gli enti locali che si sono costituiti parte civile nel processo per l’inquinamento ambientale, coordinati dalla Provincia: sul tavolo delle trattative c’erano oltre 22 milioni. Poi Melendugno e Vernole hanno deciso di fare da soli e ora è scontro con Palazzo dei Celestini.

«C’era una proposta che metteva d’accordo tutti, ma qualcuno ha deciso inspiegabilmente di accordarsi al ribasso», tuona il consigliere provinciale Renato Stabile.

La proposta della multinazionale del gasdotto al tavolo provinciale era di versare 8 milioni alla Provincia di Lecce, in favore di politiche ambientali che avrebbe messo in atto l’ente, 10 milioni sarebbero andati a Melendugno, 4 milioni a Vernole, 4 a Lecce, 2,8 a Lizzanello e 600mila euro a Castrì. Nella proposta spiccavano persino 600mila euro per Martano, che ha partecipato alla denuncia penale, pur non essendo un Comune direttamente interessato dal passaggio del “tubo” Trans-Adriatic Pipeline, che dalla frontiera greco-turca giunge sulla costa di San Foca.

Anche il presidente della Provincia Stefano Minerva conferma che i dirigenti Tap si sono presentati più di un anno fa per fare la proposta di chiusura del contenzioso e per chiedere il ritiro della costituzione di parte civile nel processo penale offrendo molto più denaro di quello che mettono sul tavolo oggi.

«Tutto a un tratto veniamo a sapere che la partita viene chiusa a 6 milioni a Melendugno e non 10 e che anche Vernole gioca una partita solitaria per oltre 2 milioni e non più i 4 che erano stati offerti. Vorremmo che ci spiegassero perché questa fuga in avanti al ribasso», protesta Stabile.

Gli incontri a Palazzo dei Celestini, con il coordinamento provinciale, si sono tenuti alla fine dell’anno scorso, ma poi il ricorso regionale ha fatto saltare il banco. «Quindi il governo e poi i giudici amministrativi hanno spiegato che l’ente regionale non c’entra nulla - ricostruisce Stabile - Mentre aspettavamo una nuova riunione con Tap, perché ormai potevano riprendere le trattative, abbiamo saputo che Vernole e Melendugno vanno per fatti loro. Perché hanno abbandonato il tavolo provinciale rinunciando a un bel po’ di milioni?».

La domanda se la fa anche il presidente della Provincia, Stefano Minerva: «Non riusciamo a comprendere come si possa ignorare un tavolo per le trattative con Tap già avviato e andare ad accordarsi senza dirci niente. Assurdo che Melendugno e Vernole abbiano trattato da sole. I sindaci sono andati da soli: è una cosa anomala».

Il sindaco di Vernole, Mauro De Carlo, ha fatto sapere che non si accontenterà di soli 2 milioni e che non dipende da lui la decisione delle trattative separate: «Siamo stati contattati da Tap e abbiamo anche avvisato la Provincia». Dunque, un cambio di strategia della multinazionale, ora che il processo sembra volgere a suo favore, giocando al ribasso.

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