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Lecce, è guerra tra primaria e professore per la guida del reparto di Oncologia

 
Maddalena Mongiò

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Maddalena Mongiò

Lecce, è guerra tra primaria e professore per la guida del reparto di Oncologia

La vicenda che vede protagonisti Silvana Leo e Ugo De Giorgi arriva al presidente della Repubblica con un ricorso di Sticchi Damiani. E la Regione chiede lumi alla Asl

Mercoledì 12 Marzo 2025, 15:08

15:11

Suggestiva triangolazione nella guerra tra primari: da una parte Silvana Leo (direttrice del reparto di Oncologia medica di Asl Lecce), dall’altra Ugo De Giorgi (associato di Oncologia medica a UniSalento). E a difendere le ragioni della prima Saverio Sticchi Damiani (ordinario di Diritto amministrativo a UniSalento). Tutti insieme, ma non appassionatamente, così la vicenda che vede protagonisti i due primari arriva sulla scrivania del presidente della Repubblica con un ricorso straordinario presentato da Sticchi Damiani a tutela delle ragioni della Leo, mentre la Regione Puglia ha chiesto chiarimenti ad Asl Lecce a seguito di una articolata contestazione mossa per avversare la duplicazione del reparto di Oncologia medica che al momento, sulla carta, è diviso tra Leo e De Giorgi.

In sintesi, Sticchi Damiani rileva che la divisione dei posti letto fra conduzione universitaria e ospedaliera è stata decisa dalla direzione generale della Asl di Lecce sulla scorta di una convenzione a suo tempo firmata fra Regione Puglia e UniSalento senza che siano intervenuti successivi atti regolatori della nuova organizzazione, così come previsto nel Protocollo Università-Regione.

In più, a febbraio scorso, Asl ha richiesto al Comune di Lecce l’autorizzazione alla realizzazione del day service oncologico ospedaliero-universitario da allocare nel Polo oncologico e l’autorizzazione alla realizzazione del reparto di Oncologia ospedaliera con 19 posti letto e di quella di Oncologia universitaria, con 10 posti letto, entrambi da attivare al secondo piano del Polo oncologico del “Vito Fazzi” di Lecce.

Sempre nella ricostruzione del professore-avvocato il Comune di Lecce non avrebbe dovuto rilasciare le autorizzazioni richieste dalla Asl: «Il Comune di Lecce, in ossequio a tali disposizioni normative regionali, una volta ricevute dette istanze, doveva limitarsi a verificare la compatibilità urbanistica sottesa alle richieste autorizzazione e, pertanto, lungi dal rilasciare direttamente le stesse, avrebbe dovuto, invece, preventivamente richiedere alla Regione la relativa verifica di compatibilità a quest’ultima, unico organo deputato in tal senso».

Per Sticchi Damiani non ci sono dubbi: «Dette autorizzazioni sono, in ogni caso, parimenti illegittime e, dunque suscettibili di immediata autotutela/revoca, atteso che le medesime sono state rilasciate direttamente dall’ente comunale».

Sia nella missiva inviata ai vertici di Regione, Asl e UniSalento, sia nel ricorso straordinario al presidente della Repubblica, viene sottolineato che Asl Lecce «ha autonomamente, ma del tutto inopinatamente, attivato lo sdoppiamento della unità operativa complessa ospedaliera di Oncologia dell’ospedale “Vito Fazzi”». In pratica Asl, secondo l’avvocato, non ha rispettato alcuni principi fondamentali ribaditi dal Protocollo di Intesa Regione Puglia-Università del Salento e soprattutto ha nominato un professore associato reclutato ai soli fini dell’insegnamento e della ricerca a dirigere un reparto quando, invece, dovrebbe essere un ordinario.

Fra le anomalie sottolineate nella diatriba, viene considerato che le decisioni di «Asl Lecce sono state assunte senza il doveroso coinvolgimento del Collegio di Direzione», che deve essere consultato obbligatoriamente «in ordine alla pianificazione dell’attività aziendale, ivi compresa l’attività di ricerca nonché l’organizzazione dei servizi e delle risorse umane». E la Regione, nei giorni scorsi, ha chiesto lumi.

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