Sarebbe stato ucciso con un’ascia, trovata e sequestrata nella casa del sospettato dell’omicidio, il pensionato trovato senza vita martedì pomeriggio a Galatone nel suo podere, nei pressi del santuario della Madonna della Grazia.
Per la morte del 66enne Sebastiano Danieli, è scattato il fermo di un 45enne: Cosimo Loiola, proprietario della campagna confinante con quella della vittima, che dopo essere stato interrogato fino a notte è stato condotto in carcere.
Il provvedimento, a firma del pm Rosaria Petrolo, è scaturito dalle indagini dei carabinieri del Nucleo investigativo di Lecce, diretto dal tenente colonnello Cristiano Marella e dei colleghi della Compagnia di Gallipoli, guidata dal capitano Alessandro Monti.
In caserma l’indagato non ha fatto chiarezza su quanto accaduto e non ha confessato la responsabilità del delitto. Avrà la possibilità di farlo oggi, dinanzi al gip Tea Verderosa, nell’interrogatorio di garanzia, nell’ambito dell’udienza di convalida del fermo. Il 45enne, difeso dall’avvocato Antonio Luceri, potrà decidere se fornire la propria versione dei fatti o avvalersi della facoltà di non rispondere.
In base ad una prima ricostruzione dei carabinieri, Danieli si trovava nel proprio terreno, circondato da un muretto a secco, lungo la strada comunale Spineto quando sarebbe stato raggiunto da Loiola. Durante la lite, dovuta probabilmente a una questione di confini terrieri, il 45enne avrebbe colpito il pensionato alla testa con un’ascia di ferro alla testa, con l’ultimo colpo mortale alla nuca. E non con una pietra come si era ipotizzato in un primo momento.
Il 66enne, ex dipendente di un mobilificio della zona, in pensione da pochi mesi, e storico componente della banda di Galatone, dove era molto conosciuto e stimato, dopo l’allarme lanciato da un automobilista, è stato ritrovato riverso a terra, con evidenti tracce di sangue sul capo e sul braccio sinistro, con indosso una tuta da lavoro agricolo, a pochi metri di distanza dalla sua auto. Successivamente, una perquisizione dell’abitazione di Loiola ha consentito di rinvenire e sequestrare l’ascia. Ad aiutare gli investigatori, anche le immagini delle telecamere di videosorveglianza delle abitazioni della zona dell’omicidio e lungo il tragitto percorso dal presunto assassino, sia prima che dopo l’omicidio.
Tra venerdì e sabato è prevista l’autopsia sul corpo della vittima, che sarà effettuata dal medico legale Alberto Tortorella. Da un primo esame, a provocare la morte del 66enne, sarebbe stato «un trauma encefalico con frattura al cranio». Cosimo Loiola, 13 anni fa era finito sulle pagine di cronaca locale. Nel 2012 fece perdere le sue tracce per 20 giorni, dopo essere partito per Roma in cerca di un lavoro, per poi essere ritrovato nella Capitale. La sorella e i genitori avevano anche lanciato un allarme a “Chi l’ha visto?”, la popolare trasmissione di Rai 3. Alla fine di novembre, i carabinieri trovarono Loiola seduto su un marciapiede nel centro di Roma.
I familiari della vittima, invece, sentiti dai carabinieri, hanno riferito di ripetute minacce rivolte da Loiola a Danieli, anche recentemente. Sono assistiti dall’avvocato Tommaso Valente.