A seguito delle antiche strutture dell’Anfiteatro romano venute alla luce in questi giorni a cantiere aperto, per gli interventi di mitigazione del rischio idrogeologico, con riqualificazione del basolato su via Alvino, l’Associazione “Italia Nostra” Aps, sezione Sud Salento, chiede immediatamente una variante ai lavori in corso per consentire lo scavo archeologico di una ulteriore porzione dell’Anfiteatro di piazza Sant’Oronzo. Come è noto il 2 ottobre scorso sono stati avviati i lavori di mitigazione del rischio idrogeologico e messa in sicurezza delle infrastrutture stradali del centro storico della città.
Ora occorre trovare una soluzione che possa consentire di ampliare la porzione dell’Anfiteatro, in parte sepolto, e nel contempo garantire il ripristino della pavimentazione stradale e il relativo attraversamento. “La visione della sommità di alcuni pilastri dell’anfiteatro emersi a pochi centimetri di profondità dal piano stradale di via Alvino – sostengono i vertici di Italia Nostra, il presidente della sezione Mario Fiorella e il segretario della giunta esecutiva Marcello Seclì - evoca immediatamente la Lecce sotterranea monumentale, già documentata da Cosimo De Giorgi e provoca il suggestivo pensiero, su cui più volte si è discusso, di portare alla luce una ulteriore porzione del patrimonio archeologico”. Della questione sono stati subito informati il sindaco di Lecce, Adriana Poli Bortone, l’architetto Francesco Longobardi della direzione regionale musei nazionali Puglia, l’architetta Francesca Riccio della Soprintendenza archeologica Belle arti e paesaggio nonchè l’architetta Maria Piccareta, dirigente regionale del Ministero della cultura per la Puglia.
Alla luce dei fatti i responsabili di “Italia Nostra” propongono di valutare con la massima urgenza la possibilità di redigere una variante progettuale ai lavori al fine di recuperare e valorizzare la porzione dell’anfiteatro romano attualmente sepolto sotto la sede stradale garantendo la fruibilità urbana del centro abitato e propongono delle soluzioni. “In tale direzione - concludono - potrebbe essere ipotizzata l’installazione di una struttura metallica che sia la meno invasiva e sia in grado di supportare i carichi per consentire, ove necessario, il transito di mezzi meccanici da Piazza Sant’Oronzo fino all’incrocio con Via Vito Fazzi”. Ora si spera che il cantiere non venga chiuso e che i sei lotti dei lavori previsti possano concludersi ad aprile 2025.