OTRANTO - Chiuso il sipario sulla sedicesima edizione, si lavora già al futuro del Festival Giornalisti del Mediterraneo. Da Otranto, storica sede dell’evento che accende i riflettori sullo stato di salute di giornalismo, diritti e democrazia, giunge un messaggio chiaro nell’epoca dell’intelligenza artificiale e delle fake news. Se l’informazione è pilastro della democrazia, come è stato ribadito e sottolineato nel corso di tutti i panel tematici della quattro giorni del festival, occorre ragionare sul destino del giornalismo tradizionale messo alla prova dalle nuove tecnologie. Il Festival dedicherà un approfondimento speciale il prossimo anno proprio su questo tema, con la Settimana della Comunicazione sociale. Sarà un evento in collaborazione con la Scuola di Assisi dell’Unione Cattolica Stampa Italiana (Ucsi).
Tommaso Forte è il patron, mente e cuore, del Festival. A chiusura delle 4 giornate, gli chiediamo un bilancio e una previsione per il futuro.
L’edizione 2024 è stata un successo per numero degli ospiti, qualità delle firme, pubblico. È soddisfatto di com’è andata?
«Sì, molto. Abbiamo lavorato bene sulla programmazione, sulla scelta degli ospiti. I giornalisti hanno dimostrato attraverso la propria esperienza quanto è difficile il mestiere di raccontare i fatti in teatri di guerra, in contesti di disagio. La presenza del pubblico in piazza fino a tarda ora ci dice che abbiamo colto nel segno».
Cosa c'è nel futuro di questo Festival?
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