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«La Natività di Caravaggio? Non ho smesso di cercarla», il salentino Cuppone sulle tracce del quadro rubato

«La Natività di Caravaggio? Non ho smesso di cercarla», il salentino Cuppone sulle tracce del quadro rubato

 
Stella Fanelli

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Stella Fanelli

«La Natività di Caravaggio? Non ho smesso di cercarla», il salentino Cuppone sulle tracce del quadro rubato

Fu trafugato dall'oratorio di San Lorenzo a Palermo 54 anni fa

Sabato 04 Novembre 2023, 12:48

Nell’oratorio di San Lorenzo a Palermo sull’altare maggiore dentro il rettangolo di una cornice vuota manca da 54 anni un capolavoro di Caravaggio: «La Natività». ‘U quatru è stato rubato! Roberto Longhi scriveva del Merisi che impigliava nei suoi quadri uomini e santi in un tragico scherzo. Non possiamo definire «scherzo» quanto però accadde nel 1969 a un’opera la cui bellezza non abbiamo saputo proteggere e di cui per colpevole superficialità non abbiamo compreso e tutelato il valore e il bene che rappresentava. Michele Cuppone ricercatore e studioso salentino è sulle tracce di questo quadro trafugato e della sua storia, ha racimolato e ordinato in un libro (Caravaggio, la Natività di Palermo. Nascita e scomparsa di un capolavoro, Campisano editore, pp. 160, euro 30) quanto ha scoperto, indagando la sfortunata vicenda di un dipinto realizzato da Caravaggio a Roma nel 1600 nel palazzo in cui viveva sotto la protezione del Cardinal del Monte e pagato 200 scudi. In questo libro vive il mito di Caravaggio, un uomo e un artista che, come nessuno nella storia della pittura, ha scelto di mostrare la luce e il lampo della Grazia illuminare il buio delle vite, dell’anima e della Storia dell’uomo. Lo studioso sta raccogliendo da anni stima e credito per gli scrupolosi studi e ricerche che lo hanno condotto ad alcune verità necessarie alla ricostruzione della vita e dell’opera caravaggesca. Numerose e di significativo successo di critica e pubblico le presentazioni del volume (di cui di recente si è pubblicata la terza edizione ampliata e riveduta) in giro per l’Italia e che hanno portato l’autore in tutte le città in cui l’inquieto artista visse e lavorò come Roma, Milano, Palermo, Messina, Porto Ercole.

Come nasce la sua ricerca? Quando e perché matura in lei la passione per Caravaggio? È stato un «coup de foudre»?

«Si! A Palazzo Barberini, era il 1998, mi trovai di fronte “Giuditta e Oloferne”. La potenza della scena mi sconvolse! Nel 2011 poi mi sono accorto delle analogie tra alcune figure della Natività (penso che Caravaggio abbia usato la stesa modella per la Madonna e Giuditta) e quelle di altri quadri romani del pittore. In quegli stessi mesi in cui alcuni studiosi rinunciavano all’ipotesi che il dipinto fosse stato realizzato a Roma, anche grazie a nuovi documenti io mi imbattevo invece in scoperte continue e approfondivo, raccogliendo poi tutti i materiali in un libro».

Siamo abituati alle notizie della scoperta di nuovi, presunti Caravaggio. Lei è andato in controtendenza, lavorando su un dipinto disperso: quanto è stato complicato?

«La Natività è stata trascurata perché non è più possibile studiarla dal vivo. Aver scoperto che è un quadro romano del 1600 e non siciliano del 1609, rimette in discussione molte delle cose scritte sinora. Ho trovato un terreno vergine dove non è poi stato difficile fare delle scoperte specie in archivi dove non si erano andati a cercare documenti foto e video».

Come spiega l’ottimo riscontro del libro giunto alla terza edizione?

«Il tema e Caravaggio suscitano grande interesse ma penso che sia stato vincente unire in un saggio gli aspetti storico artistici e di cronaca: il libro è pensato per soddisfare ogni curiosità del lettore e appassionarlo».

Che fine ha fatto la Natività? Pensa che possa essere recuperata prima o poi?

«Sono passati 54 anni dal furto e le possibilità di ritrovarla (se non è stata distrutta come qualcuno ha pensato) si affievoliscono sempre di più. Forse è finita in caveau o in un luogo segreto in cui essere ammirata da pochi. Spero vivamente che un giorno possa essere restituita alla collettività oltre che per il suo inestimabile valore artistico sarebbe straordinario riacquisirla e poterla finalmente studiare e porre sulla linea del tempo della evoluzione stilistica caravaggesca».

Grazie al suo libro impariamo a non accusare soltanto il ladro ma anche il derubato..! Cosa rappresenta per lei La Natività e quale significato avrebbe per noi riaverlo?

«Proprio il fatto di non avere mai visto questo capolavoro e il suo sfortunato destino ha costituito la ragione della mia ricerca di verità. Dalla storia di questo quadro traggo una lezione che credo valga per ognuno di noi e ancora di più per il nostro paese: sentire la responsabilità e il privilegio di proteggere la Bellezza che abbiamo ricevuto in dono dagli artisti di ogni tempo e non permettere che sotto i nostri occhi ci vengano sottratte le meraviglie che fanno dell’Italia il più prezioso scrigno culturale del Mondo».

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