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Comunitaria, identitaria e femmina. Sulla Notte della Taranta edizione 2023, che stasera conoscerà il suo clou, come ogni ultimo sabato d’agosto da una quarto di secolo a questa parte, con il concertone di Melpignano, graverà il peso delle tre definizioni coniate dal ministro per la Cultura Giuliano Sangiuliano e dalla maestra concertatrice Fiorella Mannoia, intervenuti ieri - il primo in video, la seconda in presenza - alla tradizionale conferenza stampa di presentazione.
Le novità sono tante, specie sotto il profilo prettamente artistico e musicale, ma è la politica, per una volta, a prendersi la copertina, e in particolare il centrodestra che dopo aver snobbato per anni la manifestazione, ritenuta - a torto o a ragione - un bastione dem, ha deciso di riallinearsi, sposando le ragioni di quello che è anzitutto un evento di popolo - stasera sono previsti almeno 150mila pizzicati - oltre che un momento di riscoperta della storia e delle tradizioni locali, pratica più affine, almeno in via del tutto teorica, ai conservatori che ai progressisti.
«Ritengo La Notte della Taranta una delle manifestazioni di cultura popolare più importanti d’Europa» ha detto il ministro Sangiuliano, specie «nel suo essere, nel suo confondere gli stili musicali che richiamano lo spirito del mediterraneo essendo noi un Paese del bacino mediterraneo, riuscendo a mescolare le culture che si sono incontrate nel corso dei secoli. Questa manifestazione troverà sempre il mio sostegno», ha aggiunto ricordando: «quando ero giornalista ho sempre seguito La Notte della Taranta nei miei telegiornali. È una manifestazione comunitaria e identitaria che fa stare insieme e stare insieme è qualcosa di necessario». Parole alle quali ha fatto seguito il senatore Roberto Marti, presidente della Commissione Cultura di Palazzo Madama, che ha annunciato un intervento in sede di legge finanziaria per sostenere la manifestazione, il cui peso economico finora è ricaduto quasi interamente sulle casse della Regione Puglia.
Sistemate la comunità e l’identità, ecco le donne. «Questa è una taranta pensata al femminile - ha spiegato Fiorella Mannoia - perché la taranta è femmina. Non c'è bisogno di pensarci tanto, perché il fenomeno della pizzica è un fenomeno soprattutto al femminile. Purtroppo i fatti di cronaca di questo momento, renderanno “Fimmine fimmine”, il brano che ho scelto di interpretare, una canzone molto più toccante. Sul palco della Taranta non dirò quello che sto dicendo in conferenza stampa sull’orribile stupro di Palermo» perché «è una serata di festa, però ci tengo, prima di cantare, a dire due parole. Quella canzone si presta perché comincia proprio con “donne donne alziamo la voce” ed è il momento di alzare veramente la voce perché siamo arrivati a un limite massimo».
Quanto all’aspetto prettamente musicale, la Mannoia ha voluto sottolineare l’intensità e l’importanza dell’incontro-confronto con Luigi Chiriatti, storico direttore del festival spentosi nel maggio scorso: in suo onore la maestra concertatrice interpreterà “Un giorno di venerdì”, aprendo il concertone. «Sono venuta una volta ospite di Carmen Consoli, ma entrare e uscire è una questione di divertimento, perché si ascoltano con più superficialità i brani, quando si va a fondo, si apre un mondo. Ascoltare queste canzoni - ha detto Mannoia - è trascinante, sono ritmi che ti fanno ballare, se entri nelle pieghe come Ferma zitella, tutti i brani hanno all’interno il tema lavoro, sfruttamento lavoro, matrimoni obbligati, donne abusate. Dentro c’è sempre una sorta di malinconia e questo accade un po’ in tutta la musica popolare. C’è questa disperata allegria, bisogna avere l’opportunità di entrarci dentro. Abbiamo lavorato tanto sugli arrangiamenti, perché di musica si sta parlando, per cui la difficoltà sta nel toccare queste canzoni popolari, non svilirle, lasciando l’impronta popolare e riuscendo a mettere dentro degli elementi moderni», ha proseguito Mannoia, spiegando che «in questi nostri arrangiamenti - e in questo devo dire che Carlo Di Francesco e Clemente Ferrari hanno messo dentro tradizioni arabe, tutte le tradizioni che poi sono passate nel nostro Sud Italia, si sentiranno atmosfere anche di altri Paesi: il ruolo della musica è questo. La cosa che mi ha tanto stupito dei miei ospiti è che nessuno ha voluto cantare canzoni sue cioè hanno voluto tutti cantare le canzoni della tradizione poi magari qualcuno, ci ha messo, ci abbiamo messo, in mezzo dei ritornelli per ripercorrere anche le loro canzoni», ha annunciato Mannoia sottolineando che «è un festival della tradizione e non bisogna perdere le nostre radici perché poi vedo che la cosa più importante è che davanti a noi ci sono tanti giovani, per cui questa cosa si sta tramandando di generazione in generazione».
Oltre alla maestra concertatrice e agli ospiti Arisa, Brunori Sas e Tananai (non c’è nessun straniero, Mannoia avrebbe voluto Sting ma è molto soddisfatta della squadra), grande protagonista sarà naturalmente l’Orchestra Popolare La Notte della Taranta a cui è affidata la direzione artistica del concertone 2023. L’orchestra è composta dai cantanti e tamburellisti Consuelo Alfieri (anche organetto) Alessandra Caiulo, Stefania Morciano, Enza Pagliara, Antonio Amato, Salvatore Cavallo Galeanda e Giancarlo Paglialunga, e dai musicisti Gianluca Longo (mandola), Peppo Grassi (mandolino), Attilio Turrisi (chitarra battente), Giuseppe Astore (violino) Roberto Chiga, Alessandro Chiga, Carlo Canaglia De Pascali (tamburello salentino), Roberto Gemma (mantici), Nico Berardi (fiati), Leonardo Cordella (organetto), Alessandro Monteduro (percussioni), Antonio Marra (batteria), Mario Esposito (basso), Gioele Nuzzo (tamburello e didgeridoo). Per il Concertone di stasera all’organico dell’Orchestra Popolare si uniranno i musicisti pugliesi con una sezione fiati composta da Alessandro Dell’Anna, Giovanni Chirico, Gaetano Cristian Carrozzo, Giorgio Distante, e una sezione archi composta da Domenico Zezza, Sabrina Pacucci, Pier Paolo Del Prete, Roberta Mazzotta, Luca Gorgoni (violino 1), Zita Mucsi, Alessio Chirizzi, Valentina Marra, Sofia Marra De Franco (violino2), Nicola Ciricugno, Armando Ciardo, Claudia Russo (viola), Mauro Fagiani, Elisa Pennica (violoncello).
Un elemento di novità stasera sul palco del concertone, con la scenografia di Massimo Calzavara, sarà l’imponente video narrazione affidata a Carolina Stamerra Grassi che partendo dal significato del testo ha ideato il percorso visivo che unisce passato e futuro attraversando le bellezze di Puglia.
ATTESI IN 250MILA
Sono state 60mila le persone che ieri sera a Melpignano (Lecce) hanno assistito alle prove generali di «La Notte della Taranta» che si terrà questa sera nel piazzale vicino all’ex convento degli Agostiniani. Il dato è riferito dagli organizzatori che per il concertone di questa sera stimano la presenza di 250mila spettatori. Per evitare problemi alla viabilità, il piano traffico è stato modificato per consentire l’accesso separato tra bus e automobili.
Sono in arrivo - fanno sapere gli organizzatori - camperisti e pullman provenienti non solo da ogni parte d’Italia ma anche dall’estero: è quanto emerge dalla mappatura della vendita dei biglietti premium acquistati da residenti a Parigi, Budapest, Atene, Berlino, Londra. La scaletta conta 26 brani, il primo dei quali è «Un giorno di venerdì» che sarà interpretato dalla maestra concertatrice, Fiorella Mannoia che così intende ricordare Gigi Chiriatti, il direttore artistico del festival itinerante morto di recente. «Dopo aver lavorato sul sound dell’orchestra popolare - spiega il presidente della fondazione "La Notte della Taranta», Massimo Manera - abbiamo puntato, per questa edizione del festival, sull'interpretazione dei testi della tradizione portando sul palco non solo Fiorella ma la voce d’oro della musica italiana Arisa, la capacità espressiva e poetica di Brunori Sas e la sperimentazione di Tananai». L’anima del concertone «restano le voci dell’orchestra ovvero Antonio Amato, Giancarlo Paglialunga, Salvatore Galeanda, Enza Pagliara, Stefania Morciano, Alessandra Caiulo e Consuelo Alfieri», aggiunge Manera.
Le coreografie di Francesca Romana Di Maio regaleranno quadri colorati e pieni di energia. Una delle più intense accompagnerà Arisa in Lu Ruciu de lu mare con un supporto visual che porta il pubblico a tuffarsi nelle sonorità salentine. Sul palco ci saranno anche il percussionista Carlo Di Francesco che ha curato gli arrangiamenti e che con Clemente Ferrarri e l’orchestra popolare, proporrà una ronda sonora di forte impatto.