«Pensiamo a tutto noi». E come non fidarsi di un fratello?
Ma dietro quella che sembrava una sincera disponibilità, secondo le accuse si nascondeva l’intenzione di ripulire il congruo conto corrente di una coppia di anziani che si è ritrovata il conto corrente «ripulito» ,nel giro di poco tempo: da novantamila euro a 52 centesimi.
Accade a Minervino, dove vivono i coniugi, incappati in un «parente-serpente», tanto per citare un fortunato film del passato.
Si tratta di un fratello di lui che - dopo anni in cui a malapena si salutavano - torna, nel 2022, ad avvicinare il germano e con la scusa di una festa in famiglia ritrova la fiducia dell’anziano congiunto e della cognata.
La coppia (lui 88 anni e lei dieci anni più giovane) aveva decisamente bisogno di qualcuno che potesse offrire una mano per le varie vicende e per piccole commissioni. L’età avanzata dei due impediva agli stessi di fare le cose come una volta. Ecco perché una proposta di aiuto era stata subito accolta e anche con entusiasmo.
Conquistata la fiducia, il fratello - stando alle accuse - si è finto come un vero e proprio badante, svolgendo effettivamente tutti quei piccoli lavori necessari prima di raggiungere il suo reale obiettivo: mettere le mani sui conti della coppia di anziani.
Loro si erano fidati ciecamente, consentendo perfino una delega che ha permesso all’indagato di fare qualsiasi cosa dei loro risparmi.
Sta di fatto che dal conto corrente sono spariti i circa novantamila euro che rappresentavano per gli anziani una sorta di sicurezza economica in caso di bisogno.
Sul conto, però, si sono ritrovati appena 52 centesimi e - una volta scoperto il raggiro - hanno varcato la soglia della stazione dei carabinieri per denunciare l’accaduto.
Sulla scorta delle indagini effettuate dai militari dell’Arma, il sostituto Alberto Santacatterina ha iscritto nel registro degli indagati il fratello «benefattore» e la sua compagna, che rispondono di circonvenzione di incapace e truffa.
Le due persone offese sono assistite dagli avvocati Rita Ciccarese e Francesco Calcagnile.