La sentenza
Galatone, massacra di botte un ragazzino per uno sguardo di troppo: condannato
Giuseppe Mele, 63enne di Sannicola, sconterà cinque anni di carcere per lesioni aggravate anche dai futili motivi. Il 4 luglio processo per gli altri tre imputati
GALATONE - Prima condanna dopo il pestaggio ai danni di un ragazzino, avvenuto nella notte del 6 gennaio, prima all’interno e poi all’esterno di un bar, a Galatone.
Giuseppe Mele, 63enne di Sannicola, sconterà cinque anni di carcere per lesioni aggravate anche dai futili motivi. Cade, per lui, l’accusa di tentato omicidio.
La sentenza è stata emessa dalla prima sezione penale del tribunale di Lecce, composta dal presidente Fabrizio Malagnino e dai giudici Maddalena Torelli e Marco Mauro Marangio. La pm Maria Vallefuoco aveva chiesto la condanna a 8 anni ipotizzando il tentato omicidio ma i giudici hanno accolto la richiesta degli avvocati Roberto De Mitri Aymone e Antonio Palma e il reato è stato riqualificato.
Il 4 luglio è previsto il processo per gli altri tre imputati, che a differenza di Mele, avevano chiesto di essere giudicati col rito abbreviato dopo aver ricevuto l’atto di giudizio immediato. Si tratta di Mattia Marzano, 31enne, Andrea Calamaio, 48enne, Giacomo Migliaccio, 33enne: tutti di Galatone.
Furono gli agenti del commissariato di Polizia di Nardò e la Squadra Mobile di Lecce ad eseguire le ordinanze di custodia cautelare emesse dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta della Procura della Repubblica. Ai domiciliari finirono Calamaio, Migliaccio e Mele. I tre erano indagati per avere in concorso tra loro e con un quarto soggetto (Mattia Marzano) aggredito violentemente un minorenne. Pesantissima l’accusa: tentato omicidio, aggravato dai futili motivi. L’episodio- come si diceva - si era verificato la sera dell’Epifania in un bar in centro a Galatone, nel quale la vittima si trovava con amici per trascorrere l’ultimo giorno di festività natalizie. Qui il giovane era stato avvicinato e violentemente picchiato per futili motivi da un gruppo di uomini. Secondo le testimonianze, la vittima avrebbe rivolto uno sguardo “non gradito” a uno dei suoi aggressori. Dopo essere stato spinto a terra, il ragazzo è stato colpito da ripetuti calci e pugni in varie parti del corpo, anche volto e testa. Il minore in fuga è stato inseguito dai suoi aguzzini, evitando ulteriori violenze solo perché riuscito nel frattempo ad avvicinarsi alla stazione dei Carabinieri di via Paraporti.