LECCE - «L’odissea della Pet a Lecce continua senza azioni risolutive», lo ribadiscono a chiare lettere il coordinatore regionale di Azione Alessandro Nestola e quello provinciale Paolo Greco, all'indirizzo dei vertici della Asl d Lecce.
Per i responsabili del partito di Calenda «da febbraio la provincia è sprovvista di Pet pubblica, con pazienti che vengono dirottati a Brindisi e Taranto, ed è di queste ore l'ipotesi del noleggio di una Pet mobile per ovviare al problema». Poi si soffermano sulle liste di attesa per la diagnostica. «Diciamo subito che non siamo sfavorevoli a soluzioni che intendano recuperare il ritardo accumulato in questi tre mesi di stop – spiegano - ma chiediamo se quella di portare i pazienti in un camion parcheggiato sia quella più dignitosa». E si chiedono. «Ci dobbiamo aspettare anche le scuse per questo? Cosa è stato fatto per evitare tutto ciò? Perchè le soluzioni non mancano – rilevano i due coordinatori calendiani - basterebbe copiare quanto avviene in altre regioni, perchè quello di una Pet rotta non è il primo caso in Italia».
E indicano quale sarebbe la soluzione. «Ad esempio l'Asl Torino 5 – annotano – ha tamponato una situazione analoga accordandosi per l'utilizzo, ad un costo molto competitivo, della Pet di un istituto privato da parte dei medici del proprio reparto ospedaliero». Differente la situazione a Lecce. «Ci risulta che l'operatore privato convenzionato – sottolineano – abbia fatto una analoga proposta alla Asl. Ci chiediamo cosa si sta aspettando a dire di si per affrontare al meglio questa fase transitoria che ci auguriamo duri il meno possibile». Infine, lanciano qualche frecciatina. «Viene il sospetto che con la “scusa della Pet rotta – concludono – si voglia ridurre il numero delle prestazioni annuali a carico del servizio pubblico per risparmiare sulla salute delle persone».