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Poggiardo, badante si fa intestare i beni da anziana assistita: denunciata dai nipoti

 
Vincenzo Sparviero

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Vincenzo Sparviero

Poggiardo, badante si fa intestare i beni da anziana assistita: denunciata dai nipoti

foto d'archivio

La donna è stata condannata: ipotizzata la circonvenzione di incapace dopo aver ottenuto la consistente eredità

Giovedì 11 Maggio 2023, 13:38

POGGIARDO - Era accusata d aver raggirato l’anziana che accudiva, facendole firmare un testamento quando ormai la malattia non le consentiva di essere lucida.

Una badante rumena di 56 anni - difesa dall’avvocato Antonio Manno - è stata condannata a due anni e mezzo di reclusione per circonvenzione d’incapace e a pagare un risarcimento danni da quantificarsi in sede civile in favore di due nipoti dell’anziana defunta.

Una macchina, una bici, un’abitazione con giardino e anche un suolo edificatorio di 145 metri quadrati. Erano questi i beni che la donna condannata avrebbe ereditato grazie ad un testamento sottoscritto dall’anziana nell’ultimo periodo della sua vita.

Proprio su tali beni, la badante - secondo le accuse - aveva messo le mani dopo aver accudito l’anziana fin dal 2013 nella zona di Poggiardo.

La donna aveva un regolare contratto di assunzione, con vitto e alloggio incluso. Lo stipendio sarebbe stato di circa 1500 euro. “Signora, abbiamo bisogno di soldi”: questa la richiesta che avrebbe avanzato spesso all’anziana, ormai sofferente per via del morbo di Parkinson, morta poi a 88 anni di età.

“Sono stata nominata erede universale” avrebb e detto la rumena durante i funerali ai familiari dell’anziana, che non aveva figli ed era vedova da anni.

Aveva solo due nipoti che in un primo momento aveva avviato le pratiche per far riconoscere l’invalidità totale alla zia: richiesta poi non portata a termine sulla base della fiducia che avevano nella badante.

La colf, sperando in una vita agiata dopo aver accudito l’anziana, ha contattato un primo notaio che non ha accettato di sottoscrivere il testamento. Cosa che ha fatto un secondo notaio sulla base di alcuni certificati medici che attestavano la piena lucidità dell’anziana e due dipendenti del notaio che avevano fatto da testimoni.

Dopo la denuncia dei nipoti, però, è stato avviato il processo concluso con la condanna della badante.

Le parti civili, assistite dagli avvocati Alberto e Arcangelo Corvaglia, hanno chiesto il sequestro dei beni acquisiti dalla badante e la giudice si è riservata di depositare la decisione con le motivazioni della condanna attese tra due mesi. La badante, dal canto suo, sulla base della riforma Cartabia, ha chiesto di scontare la pena con i lavori di pubblica utilità così come consente la riforma.

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