LECCE - Sei persone finiscono sotto processo nell’ambito dell’inchiesta su di un maxi giro di prostituzione con insospettabili clienti, tra Lecce ed altri paesi del Salento, sfruttando donne e transessuali provenienti prevalentemente dal Sud America. Dopo la richiesta di rinvio a giudizio del sostituto procuratore Francesca Miglietta, il gup Simona Panzera al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio: Giovanni Lepore, 58 anni di Lecce, noto come “Pamela”; Viviana Serli, 53enne leccese; Luigi Tunno, 56 anni di Taviano; Alessandro Tafuro, 39enne leccese; Hamid Badraoui, 34 anni, di origini marocchine ma residente a Galatone, Mohammed Arbi Amri, 27enne di origini tunisine, ma residente a Trepuzzi. Invece, hanno chiesto di patteggiare, con condanne per una pena compresa tra 1 anno e i 2 anni di reclusione: Simone Mastrolia, 44 anni di Sternatia; Antonio Martiriggiano, 26enne leccese; Fernando Miglietta, 51enne di Trepuzzi; Massimo Mazzotta, 62enne leccese; Anna Luigia Ghione, 53enne di Trepuzzi.
Secondo l’accusa, Lepore, Martiriggiano, Mastrolia e Miglietta avrebbero organizzato una vera e propria associazione, reclutando e sfruttando donne e transessuali. L’attività di meretricio si sarebbe svolta fino al dicembre del 2016 ( in alcuni caso fino al 2021) in appartamenti affittati a Lecce ed a Taviano. Ed i proventi venivano in gran parte incassati dai promotori dell’organizzazione a delinquere.
Nello specifico, Lepore e Martiriggiano avrebbero diretto l’organizzazione al fine di reclutare, controllare, agevolare e sfruttare le attività di meretricio di donne e transessuali. E avrebbero predisposto tutti i mezzi e gli strumenti necessari, come l’affitto di alcuni appartamenti dove far alloggiare le ragazze, dando loro disposizioni sugli orari ed i giorni in cui lavorare. Non solo, anche procacciando clienti, controllandole durante lo svolgimento dell’attività, incassando i proventi e sfruttandone i relativi guadagni. Invece, Mastrolia e Miglietta avrebbero accompagnato le ragazze sui luoghi in cui prostituirsi, dividendo con gli altri sodali, gli incassi ottenuti.
Non solo, poiché Martiriggiano, Badraoui, Ghione e Amri avrebbero violato le disposizioni contro l’immigrazione clandestina, simulando un matrimonio combinato per favorire la permanenza in Italia di un loro sodale, dietro compenso di una somma di denaro.
Ora si attende lo svolgimento del processo che si aprirà nei prossimi mesi dinanzi ai giudici della prima sezione penale. Inoltre, il gup Panzera dovrà pronunciarsi nei prossimi giorni sulle richieste di patteggiamento.
Gli imputati sono assistiti, tra gli altri, dagli avvocati: Giuseppe Gatti, Silvio Caroli, Giorgio Caroli, Marco Pezzuto, Giorgio Gemma, Gabriella Mastrolia, Alessandro Costantini Dal Sant, Cristian Quarta, Elisa Cappello.