LECCE - Elezioni nuova giunta della Camera di Commercio di Lecce e report sulle imprese in rosa alla vigilia dell'8 Marzo, Giornata internazionale della donna.
DONNE ED ECONOMIA. Crescono le imprese femminili in provincia di Lecce: + 577 nel 2021. Il saldo attivo è scaturito da 1.359 iscrizioni e 782 cancellazioni (non d’ufficio), confermando anche per il 2021 un trend di crescita: le imprese registrate alla Camera di Commercio di Lecce sono passate, infatti, da 15.758 (2014) alle attuali 17.166, registrando un tasso di sviluppo nello scorso anno pari a +3,45%. Le imprese rosa rappresentano il 22,5% del tessuto imprenditoriale complessivo, tasso di femminilizzazione che colloca la provincia leccese al quarto posto tra le province pugliesi, dopo Foggia (25,8%), Taranto (24,9%) e Brindisi (22,8%), precedendo solo Bari (21,3%). La provincia di Lecce è in linea, per tasso di femminilizzazione, con la regione Puglia (23%) e il dato nazionale (22,1%).
A fine 2021 è il commercio il settore che raccoglie il maggior numero di imprese gestite da donne pari a 5.108, circa il 30% del totale delle imprese femminili, seguito dal comparto agricolo che con 2.806 imprese ha un peso del 16,3% e dalle attività di alloggio e ristorazione le cui 1.880 unità incidono sul totale delle imprese rosa per l’11%, analogamente alle altre attività dei servizi, rappresentate da 1.664 il cui peso è di circa il 10% . Quasi tutti i settori registrano tassi di crescita positivi, in particolare le attività professionali, scientifiche e tecniche (+6,09%), le attività di noleggio, agenzie viaggio e servizi di supporto alle imprese (+4,37%) e il comparto dell’agricoltura (+3,53%).
Negativi, invece, analogamente alle imprese in generale, i tassi di crescita delle attività manifatturiere (-2,7%) e delle attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-1,27%). Anche le attività legate alla sanità e assistenza sociale registrano una flessione (-1,01%). Da evidenziare, nell’ambito del settore manifatturiero comprendente 1.115 imprese, che le imprenditrici si collocano principalmente nel settore della moda, sono infatti 305 attività che si occupano di confezioni di articoli di abbigliamento, 85 nel tessile e 50 nel calzaturiero. Anche l’industria alimentare è ben rappresentata con 248 imprese, delle quali 158 nell’ambito dei prodotti da forno, pasticceria e pasta.
Se osserviamo i vari settori di attività economica con la lente del tasso di femminilizzazione – corrispondente alla quota delle imprese femminili sul totale imprese di settore – si scopre che di fronte a una media provinciale pari al 22,5% di imprese rosa sul totale imprenditoriale, spicca il settore degli «altre attività di servizi», dove 47 imprese su 100 sono capitanate da donne (1.664 in valore assoluto). Si tratta di un aggregato che ricomprende attività storicamente svolte dalla componente femminile della società, come, ad esempio, l’attività di parrucchiere ed estetista, così come l’esercizio delle imprese di lavanderia, fenomeno che può essere considerato l’effetto del perdurare di una concentrazione dell’attività femminile in alcuni settori tradizionalmente ritenuti appannaggio delle donne.
In questo aggregato rientra anche l’ambito del «wellness»: i «servizi dei centri per il benessere fisico» (dove circa il 60% delle imprese è rosa), che oggi più di ieri sono un settore in forte espansione in risposta ai nuovi stili di vita e livelli di benessere. Poi, c'è il settore della «sanità e assistenza sociale» (servizi per anziani, asili nido, eccetera), in cui oltre 40 imprese su 100 sono femminili (313 in valore assoluto), a dimostrare che sono state verosimilmente l’evoluzione storica dei servizi sociali e la successiva espansione del welfare a favorire l’incontro tra un’offerta in costante aumento e un’analoga domanda da parte delle donne. Si è creato, così, un circolo virtuoso tra il mercato del lavoro, che richiedeva forti capacità relazionali e di cura, e le abilità che le donne esercitavano tradizionalmente in casa per i familiari e che si sono spostate in ambito extradomestico. Un altro settore che costituisce storicamente un terreno molto fertile rispetto alle attitudini del genere femminile è quello dell’istruzione, che in parte lambisce la dimensione sociale dell’imprenditoria rosa: in tale settore sono circa 35 su 100 le imprese femminili, 142 in termini assoluti. Di contro ci sono settori nei quali la presenza femminile è del tutto marginale: basti pensare all’edilizia in cui le imprese gestite da una donna sono appena il 5,3%, l’industria estrattiva (5,5%) e le public utilities quali fornitura di acqua (7,8%) ed energia elettrica (12,7%).
Nei settori numericamente più corposi, come agricoltura e commercio, la presenza di imprenditrici è, rispettivamente, del 29,3% e del 22,4%.
E ancora le imprese artigiane femminili sono 2.618 pari al 14,8% del comparto e hanno chiuso il 2021 con un saldo positivo di 126 unità e un tasso di crescita del 4,88%. Oltre il 54% delle artigiane, pari a 1.419 imprese, si concentra nei nelle altre attività di servizi, settore che ha registrato un saldo positivo di 52 imprese e un tasso di crescita pari a + 3,74%. Il comparto comprende principalmente i servizi delle parrucchiere, estetiste e degli istituti di bellezza rappresentati da 1.270 imprese. Anche le attività manifatturiere pari a 606 imprese hanno registrato un saldo positivo (+32) e un tasso di crescita del 5,15%.
La forma giuridica scelta dalle imprenditrici è il 67% pari a 11.528 imprese è una impresa individuale, le società di capitale rappresentano il 23% con 3.875 attività, le società di persone (951) e altre forme societarie (812) hanno entrambe un peso del 5%. Anche per le imprese femminili, come per le imprese in generale, le società di capitale registrano un’ottima performance con un tasso di crescita del 6,76% e un saldo di 247 unità, seguono le imprese individuali con un saldo di +326 e un tasso di crescita pari a +2,88%. Le società di persone, invece, registrano un saldo negativo pari a -21 imprese e un tasso di crescita di – 2,14%.
Fra le cariche imprenditoriali (titolari, amministratrici, socie, altre cariche) emerge una preminenza a quella di «socio» con un’incidenza del 13,5% pari a 3.430 persone, rispetto al 6,4% del genere maschile (4.556). Si evidenzia, al contrario, la propensione maschile verso la proprietà e la guida dell’impresa: 36.183 hanno la titolarità dell’impresa (50,5%) e 27.486 ricoprono la carica di amministratore (38,4%). Considerando l’analogo dato femminile la percentuale di titolare di impresa si abbassa al 45,4% (11.532), mentre le donne amministratrici si attestano al 37,5% del totale delle cariche femminili corrispondenti a 9.518 donne che ricoprono tale carica. La distribuzione per fasce di età delle persone con cariche è leggermene differente tra i due generi, con un maggior peso percentuale delle donne appartenenti a classi di età più giovanili. Infatti l’incidenza del genere femminile nella fascia dai 18 ai 29 anni di età è pari al 5,6% (1.435) contro il 5,2% (3.731) degli uomini, lo stesso dicasi per la fascia dai 30 ai 49 anni in cui la percentuale delle donne è del 45,5% (11.549) mentre quella degli uomini è del 39,5% (28.280). La situazione si capovolge per la classe dai 50 ai 69 anni nella quale ricadono il 39,9% delle donne (10.141) e il 45% del genere maschile (32.217). Discorso analogo per la fascia di persone di oltre 70 anni: la componente maschile è del 10,3% (7.391), quella femminile dell’8,9% (2.259).
Nel comune capoluogo ovviamente insistono il maggior numero di imprese femminili esattamente 3.018 per cui in valore assoluto Lecce registra il saldo più elevato (74 imprese), un tasso di crescita pari a + 2,48% e una percentuale di imprese femminili sul totale comunale del 22,8%. Considerando, invece, i valori relativi, che tengono conto della numerosità delle imprese, è il neo Comune Presicce-Acquarica che registra il tasso di crescita più elevato (68,18% e un saldo di 15 imprese) seguito dai Comuni di Montesano (+22,73% e un saldo di 10 imprese ), Spongano (14,29% e 8 imprese in più) e Castrì (12,50% e un saldo di 4 imprese). Sono poco più di una decina, invece, i comuni che nel 2021 hanno registrato saldi negativi e tassi di crescita altrettanto negativi, tra questi Martignano (-6,90%), Acquarica del Capo ( 6,49%) e Alliste (-6,14%). Per quanto riguarda il tasso di femminilizzazione è il Comune di Otranto quello con il maggior numero di imprese guidate da donne con un peso del 34,6%, seguito da Palmariggi (33,1%) e Santa Cesarea Terme (31,8%). I comuni, invece, con le quote rosa più risicate sono Castrì di Lecce (15,6%), Cutrofiano e Cursi entrambi con un tasso di femminilizzazione del 16,8%.
LA NUOVA GIUNTA. Il Consiglio della Camera di Commergio did Lecce ha eletto la Giunta che resterà in carica per il quinquennio 2022 - 2027. L’organo esecutivo, presieduto da Mario Vadrucci, è composto da Aldo De Sario, Maurizio Maglio, Antonio Magurano, Stefania Mandurino, Eleno Mazzotta, Maurilio Natale e Federico Pastore.
«Il difficile contesto economico che stiamo vivendo richiede un grande impegno ed un forte senso di responsabilità nelle scelte e nelle azioni - nota il presidente Vadrucci - la Giunta eletta oggi è composta da persone che hanno esperienza e competenza tali da garantire un esecutivo di spessore e sono certo che insieme opereremo efficacemente nell’interesse di tutte le componenti del sistema economico e sociale salentino, in armonia con il Consiglio camerale che, anche nella riunione odierna, ha dimostrato un forte spirito di unità. Inizieremo prestissimo a lavorare; il prossimo passo formale sarà l'elezione del Vice Presidente e la Camera di Commercio di Lecce sarà pronta, nella sua collegialità, per programmare ed attuare interventi finalizzati al rilancio della nostra economia; alla base delle nostre scelte ci sarà il dialogo, l’analisi delle esigenze delle diverse categorie, la sinergia con le altre Istituzioni per contribuire ad un humus di legalità, per affiancare le imprese nella ripresa, per sostenerle nelle immancabili criticità, per accompagnarle nella transizione green e digitale ed orientare le attività di attuazione del Pnrr a vantaggio del territorio».