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Carabiniere ucciso a Copertino, al setaccio le immagini delle videocamere

 
Redazione online

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Carabiniere ucciso a Copertino, al setaccio le immagini delle videocamere

Il killer lo ha colpito a morte sotto gli occhi del figlio undicenne

Mercoledì 05 Maggio 2021, 13:10

16:35

Lecce  - Le immagini di alcuni sistemi di video sorveglianza privati presenti nella zona di Copertino dove è stato ucciso lunedì sera il carabiniere in  pensione  Silvano Nestola, sono all’esame degli investigatori che ipotizzano che il killer abbia fatto alcuni sopralluoghi nell’area prima di agire. Nestola è stato ucciso dinanzi alla casa della sorella, e sotto gli occhi del figlio undicenne, dove era andato a cenare. 

Domani nell’obitorio dell’ospedale Vito Fazzi di Lecce saranno compiuti alcuni accertamenti radiologici preliminari sul corpo dell’ex carabiniere mentre non è ancora stata fissata la data dell’autopsia perché la pm Paola Guglielmi che coordina le indagini non ha ancora conferito l’incarico al medico legale. Un primo esame esterno, la sera dell’omicidio, avrebbe già fatto emergere che l’uomo è stato raggiunto al torace da diversi colpi, almeno tre, sparati con un fucile semiautomatico. L'ipotesi al momento prevalente è quella che il movente sia da ricercare nella vita privata dell’ex militare. 

Ad uccidere, secondo una prima ricostruzione, sarebbe stato un uomo col volto coperto da un cappuccio: non appena il cancello si è aperto è partito il primo colpo di fucile. Nestola ha pensato al figlio, invitandolo a rientrare in casa dalla zia.
Poi ha provato a schivare i colpi, quattro in tutto, due dei quali lo hanno raggiunto. Quello mortale, al cuore. Un’azione precisa, durata pochi istanti. La fuga dell’assassino, prima a piedi poi sicuramente in auto.

La pista investigativa conduce dunque nella vita privata di Nestola. Separato da tempo, aveva intessuto una breve relazione con una donna di San Donaci (Brindisi). I carabinieri hanno ascoltato ieri  in caserma a Lecce i familiari di questa donna. Uno di loro ha un regolare porto d’armi Il primo a tornare a casa è stato il padre. In serata sono rientrati anche gli altri. I carabinieri hanno il quadro della situazione chiaro, almeno a grandi linee, ma il caso non è chiuso. Si procede con accertamenti di tipo tecnico e si attende l’autopsia. 

Non è stata nemmeno trovata l’arma che ha sparato. Le ricerche vanno ad ampio raggio e si concentrano anche su aree di sosta per camper nel comprensorio di Porto Cesareo.

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