Nel Salento
Copertino, proteste in ospedale: «Cibo immangiabile»
Pasti freddi, stracotti e serviti in orari assurdi: questo lamentano i degenti
Pasti in ospedale distribuiti in orari improponibili, il più delle volte freddi, stracotti e perciò privi di sostanze organolettiche. Protestano i degenti per un servizio ristoro che definiscono inadeguato e invocano il ripristino del centro cottura attivo all’interno della struttura fino alla vigilia dell’esplosione della pandemia da Covid.
A farsi portavoce delle lamentele presso i vertici della Asl Lecce e il direttore del Dipartimento salute della Regione Puglia, Vito Montanaro, è scesa in campo la Fials. Non prima di aver raccolto le proteste arrivate da quattro unità operative - ma i disagi ci sono in molti altri reparti - e dirette al direttore sanitario dell’ospedale. In esse si legge infatti che sin dalla fine del settembre scorso, si riscontrano gravi criticità nel servizio di ristorazione ai degenti. Tanto che alcune volte gli ammalati, stanchi di un servizio non proprio dignitoso, protestano vibratamente alla vista del vassoio consegnato in camera.
«Nello specifico - spiega il segretario provinciale Vincenzo Gentile - vengono lamentate criticità relativamente all’orario di distribuzione dei pasti, che molto spesso è anticipato rispetto al previsto e coincidente con la visita dei medici e lo svolgimento di attività di assistenza sanitaria e somministrazione della terapia. Le pietanze arrivano fredde - continua - o stracotti perché la cottura ed il loro confezionamento avviene al di fuori dell’ospedale molte ore prima della somministrazione, perdendo peraltro le qualità organolettiche».
Al fine di superare le criticità esposte Gentile propone che venga individuata quale soluzione ottimale, la riapertura del centro di cottura interno all’ospedale. «Atteso - conclude - che le segnalazioni inviate dalle varie unità operative ritengono che la qualità del servizio di ristorazione era ottimale allorquando la cottura avveniva all’interno dell’ospedale».