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Gallipoli, nel parco sboccia il fiordaliso di «Punta Pizzo»

 
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Nel parco sboccia il Fiordaliso di Punta Pizzo

La scoperta risale al 2013, quando il naturalista Roberto Gennaio, di Taviano, in un’escursione ha rinvenuto la pianta in piena fioritura

Venerdì 03 Aprile 2020, 19:29

GALLIPOLI - Una nuova specie mai rinvenuta al mondo nel parco «Litorale di Punta Pizzo»: è il «Fiordaliso di Punta Pizzo».

L’ufficialità della scoperta è arrivata solo ora, ma risale al 2013, quando il naturalista Roberto Gennaio, di Taviano, nel corso di un’escursione ha rinvenuto una pianta in piena fioritura della famiglia delle «Asteraceae o Compositae». In un primo momento, gli studi tassonomici hanno portato a identificarla come una variante di «Centaurea seridis subsp. sonchifolia» mai rinvenuta in Puglia. Insieme all’amico farmacista e cultore di flora locale Quintino Giovanni Manni, di Alliste, Gennaio ha confrontato la pianta con specie simili presenti negli erbari universitari italiani, europei e del Nord Africa e con esemplari arrivati dalla Sicilia. Naturalmente è stata consultata anche la vasta bibliografia sulle Centauree. Un lungo studio tassonomico, che ha portato a una conclusione inaspettata: la Centaurea non corrispondeva a nessuna specie nota.

Il nome scientifico assegnato alla pianta è «Centaurea akroteriensis», dall’antico nome del luogo del rinvenimento, «Capu te Cutreri». Ma, per i non addetti ai lavori, è il «Fiordaliso di Punta Pizzo». «Lo studio, dopo essere stato sottoposto alle rigorose valutazioni di referees botanici internazionali - spiegano Gennaio e Manni - è stato pubblicato il 19 marzo 2020 su Phytotaxa, rivista mondiale di sistematica, botanica e biodiversità. Presto verrà inserita negli aggiornamenti della checklist della flora pugliese e nel Libro rosso delle specie rare».

Ma perché una pianta che non passa di certo inosservata non è stata mai notata prima? «Probabilmente - spiega Gennaio - perché la zona non è stata ritenuta importante in passato sotto l’aspetto floristico, oppure non è stata investigata durante la fioritura». L’augurio degli studiosi, ora, è di incontrare il sindaco di Gallipoli e i carabinieri forestali per intensificare la tutela dell’area.

Interviene anche Maurizio Manna, di Legambiente: «Il nostro Parco ha dovuto superare l’incredulità di chi ne contestava la realizzazione per le sue modeste dimensioni ignorando che ciascuna area protetta ha il valore specifico dei luoghi poco popolati e poco frequentati. La scoperta di questo ennesimo tesoro, oltre a testimoniare come la storia di un territorio si possa raccontare anche attraverso le popolazioni botaniche, ne dimostra la ricchezza di biodiversità».

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