Tre giovani studenti, tra i quali una ragazza, accusati di bullismo ai danni di un compagno di classe in una scuola di Racale, chiedono la «messa alla prova».
È l’esito dell'udienza preliminare che si è celebrata ieri mattina dinanzi al gup Aristodemo Ingusci, presso il Tribunale dei Minorenni. Il giudice ha rinviato l’udienza al 23 marzo, per la predisposizione dei programmi di riabilitazione e volontariato, a cura dei servizi sociali. Nel caso in cui il periodo di messa alla prova dovesse andare a buon fine, gli imputati verrebbero prosciolti in virtù dell’estinzione del reato, mantenendo la fedina penale pulita. Inoltre, il gup ha avallato la proposta di una riconciliazione tra le parti, presenti oggi in aula. Dunque, una presa di coscienza e una finestra di dialogo tra i tre imputati - di età compresa tra i 15 ed i 16 anni - e la vittima. Anche in questo caso, l’incontro avverrebbe grazie all’intervento dei servizi sociali. La posizione di un quarto imputato verrà invece definita nella prossima udienza.
I presunti episodi di bullismo si sarebbero verificati nell’ottobre scorso, in un istituto superiore, risultato estraneo a qualunque tipo di responsabilità. In una circostanza, il ragazzo sarebbe stato picchiato con schiaffi e calci dalla compagna di scuola, che risponde dell’ipotesi di reato di lesioni personali. Per quella aggressione fu medicato dai sanitari del pronto soccorso di Gallipoli. A quel punto, il padre decise di sporgere denuncia nei confronti della studentessa.
Nel corso dell’indagine, condotta dai carabinieri della stazione di Racale e coordinata dal pm Imerio Tramis, sarebbero emersi svariati atteggiamenti prevaricatori da parte degli altri compagni, accusati di stalking, come i ripetuti lanci di palline di carta. E poi, il giubbotto e la maglietta, macchiati con l’inchiostro di una penna senza punta che gli era stata infilata dietro la schiena. Non solo, dall’analisi del telefonino del giovane studente sarebbe venuta a galla la volontà degli studenti di isolarlo dal gruppo-classe. Il ragazzo, dopo essere stato inizialmente escluso dalla chat whatsapp, sarebbe stato poi inserito, ma solo per essere sbeffeggiato e deriso, con frasi del tipo: «Ci ete quistu lurdu». Dopo il travagliato periodo trascorso in questa scuola, lo studente si è trasferito in un altro istituto.
Il collegio difensivo è composto dagli avvocato Ugo Lisi, Giacinto Mastroleo e Fernando Corsano. I genitori dello studente bullizzato sono invece assistiti dall’avvocato Vincenzo Venneri