ACCADDE OGGI

La Russia chiede il disarmo globale

Annabella De Robertis

Sulla «Gazzetta» del 19 aprile 1922: Mussolini spinge per la libertà di stampa

Sul «Corriere delle Puglie» del 19 aprile 1922 in primo piano c’è la partecipazione della giovanissima Repubblica Federativa Socialista Sovietica di Russia alla Conferenza di Genova, l’incontro internazionale per pianificare la ricostruzione dell'Europa centrale ed orientale dopo gli orrori della Grande guerra. Il capo della delegazione Čičerin ha annunciato l’intenzione del suo Paese di convivere pacificamente con gli stati con diverso ordinamento sociale e ha presentato un ampio programma pacifista di disarmo globale. L’obiettivo principale è, naturalmente, da parte del Paese nato dalla rivoluzione bolscevica, quello di riprendere gli scambi commerciali con l’Europa.

Sulla questione si è espresso anche Trotsky, commissario del popolo per la difesa nazionale: la Russia, egli ha affermato, desidera la pace ed è pronta a disarmare a condizione che lo facciano anche le potenze che l’hanno assalita. All’offerta sovietica si è fermamente opposta la Francia, convinta di esser di fronte ad un mero atto propagandistico. «Il rifiuto della Francia vuol semplicemente dire che gli stati capitalisti desiderano conservare un esercito potente per opprimere e sopprimere i deboli e gli inermi» è il cuore del messaggio di Trotsky riportato dal «Corriere».
Mussolini per la… libertà di stampa!

Nelle ultime pagine appare un articolo di Benito Mussolini, pubblicato il giorno prima sul giornale da lui diretto, «Il Popolo d’Italia». Il leader fascista si scaglia contro la decisione della Federazione della Stampa di esser disposta a ripristinare in pieno la libertà di stampa solo dopo «una profonda revisione dei sistemi di lotta politica e di una concezione più serena dei diritti di ogni corrente di idee»: in sostanza, essa non deve diventare un alibi per calunniare e diffamare gli avversari. Per Mussolini tutto questo è inconcepibile: non c’è confronto tra l’atteggiamento del suo giornale e quello dell’«Avanti!», il quotidiano socialista, che si accanisce da tempo ormai contro i fascisti, i quali invece, si sarebbero impegnati a smorzare i toni. Il futuro duce fa riferimento a quel patto di pacificazione sottoscritto, nell’agosto precedente, al culmine di una escalation estrema di violenze tra le due forze in campo, rivelatosi però del tutto inefficace. Per la libertà di stampa, dunque, si batte quello stesso Mussolini che poco più di un anno dopo, nel luglio 1923, ormai a capo del governo, metterà sotto controllo il mondo del giornalismo, arrivando infine ad imbavagliare del tutto la libera informazione e la diffusione del libero pensiero.

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