Sabato 06 Settembre 2025 | 06:43

Pandoro e uova di cioccolato «gate», Ferragni a giudizio con l'imprenditore e l'ex manager (tutti pugliesi)

 
Redazione online

Reporter:

Redazione online

Chiara Ferragni indagata per truffa anche per le uova pasquali «Dolci Preziosi»

Fabio Damato e l’ad della Balocco. L'udienza il 23 settembre: presunta pubblicità ingannevole mascherata da operazioni di beneficienza

Mercoledì 29 Gennaio 2025, 10:58

30 Gennaio 2025, 10:11

MILANO - La Procura di Milano ha rinviato a giudizio con citazione diretta Chiara Ferragni per la vicenda della presunta truffa dei pandoro 'Pink Christmas' e per le uova di cioccolato. Lo rende noto la difesa dell’influencer, che commenta: «non ha commesso alcun reato». 

«Credevo sinceramente che non fosse necessario celebrare un processo per dimostrare di non aver mai truffato nessuno. Dovrò purtroppo convivere ancora del tempo con questa accusa, che ritengo profondamente ingiusta, ma
sono pronta a lottare con ancora maggiore determinazione per far emergere la mia assoluta innocenza». Chiara Ferragni commenta così, in una nota, la decisione della Procura di Milano di rinviarla a giudizio, con citazione diretta, per il caso dei
pandori e delle uova di cioccolato.

«Restiamo fermamente convinti che questa vicenda non abbia alcuna rilevanza penale e che ogni profilo controverso sia già stato affrontato e risolto avanti l'Agcm». Così in una nota gli avvocati di Chiara Ferragni, Giuseppe Iannaccone e Marcello Bana, dopo aver appreso che la Procura ha emesso il decreto di citazione a giudizio della propria assistita per il caso dei pandori e delle uova di cioccolato.
«L'interlocuzione con i Pubblici Ministeri non ha avuto l'esito auspicato e la Procura ha preferito demandare al Giudice del dibattimento ogni decisione nonostante sia evidente l'assenza di condotte costituenti reato e la mancanza delle condizioni di procedibilità - sostengono i legali - L’innocenza della nostra assistita verrà certamente acclarata in giudizio che affronteremo serenamente». 

 Ci sono anche 8 consumatori che avrebbero acquistato i prodotti sponsorizzati da Chiara Ferragni e due rappresentanti di associazioni, l’Associazione utenti servizi radiotelevisivi e Consumatori italiani, indicati dai pm come «persone informate sui fatti» e dunque come testimoni nel procedimento a carico della influencer e dei tre co-imputati per i casi del pandoro e delle uova di cioccolato sulla presunta pubblicità ingannevole mascherata da operazioni di beneficienza. Lo si legge nel decreto di citazione diretta a giudizio che non indica, invece, «persone offese» anche perché il Codacons ha raggiunto un accordo con Ferragni.

Da quanto si è saputo, la Procura, guidata da Marcello Viola, con l’aggiunto Eugenio Fusco e il pm Cristian Barilli ha deciso di non chiedere l’archiviazione e andare avanti con la citazione diretta a giudizio, prevista per il reato di truffa aggravata (non si va in udienza preliminare), dopo giorni di riflessioni, dato il passaggio delicato, e di colloqui con i legali degli indagati. Sarà il giudice dell’udienza pre-dibattimentale a valutare se sarà necessario il dibattimento o in caso contrario a decidere il proscioglimento senza processo.
Come si legge nelle imputazioni del decreto, le stesse già contenute nella chiusura indagini, i consumatori sarebbero stati "danneggiati» con «informazioni fuorvianti» e per Ferragni ci sarebbe stato, nei due casi tra il 2021 e il gennaio 2023, un "ingiusto profitto» di oltre 2 milioni e 200 mila euro a cui si è aggiunto il beneficio di un «ritorno di immagine legato alla prospettata iniziativa benefica».

La «operazione commerciale del pandoro Limited Edition», scrivono i pm, venduto a poco più di 9 euro invece che a poco più di 3, ed in particolare la «correlazione tra l’acquisto del prodotto e il contributo alla raccolta di fondi a favore dell’Ospedale Regina Margherita di Torino» avrebbero indotto «in errore un numero imprecisato di acquirenti» con campagne via social e web. In più ci sarebbe stato un «ingiusto profitto» di un milione e 75mila euro per l’imprenditrice, la quale avrebbe avuto anche un un «ritorno di immagine». Schema non molto diverso, secondo i pm, quello che riguarda le uova di cioccolato al centro di una campagna biennale (2021-2022) per la quale Cerealitalia-ID ha corrisposto all’influencer 400mila e 750mila euro.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Marchio e contenuto di questo sito sono di interesse storico ai sensi del D. Lgs 42/2004 (decreto Soprintendenza archivistica e Bibliografica Puglia 18 settembre 2020)

Editrice del Mezzogiorno srl - Partita IVA n. 08600270725 (Privacy Policy - Cookie Policy - - Dichiarazione di accessibilità)