le reazioni

Raffaele Fitto sulle dichiarazioni di Decaro: «Un’esagerazione parlare di golpe politico»

alessandra colucci

Così il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. E l'intera coalizione di governo chiede trasparenza

BARI - Il primo a contestare la linea scelta da Decaro è il ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto che bolla come «un’esagerazione parlare di golpe, di attacco politico, davanti a una legittima attività amministrativa». D’altra parte, il centrodestra ha deciso di fare quadrato e di contestare, punto su punto, le dichiarazioni del primo cittadino. Come farà, domani alle 17, in una conferenza stampa in programma nel capoluogo, il presidente dei senatori Fi, Maurizio Gasparri. «I fatti di Bari sono gravi e scandalosi - dichiara l’ex ministro – le parole di Decaro sono inaccettabili». Per Gasparri «quello di Bari è uno scandalo enorme».

Ed è lo stesso vicepresidente della Commissione nazionale Antimafia e commissario regionale Fi, il deputato Mauro D’Attis a definire la decisione di Piantedosi «un atto dovuto. Oltre al numero di arresti, c’è un decreto di amministrazione straordinaria di una delle società partecipate più importanti di Bari, l’Amtab, dove il condizionamento mafioso nella gestione si sta rivelando sempre più profondo. A fronte di tutto questo, il ministero non avrebbe potuto fare altrimenti».

Anche per il viceministro alla Giustizia e senatore forzista Francesco Paolo Sisto «l’inchiesta coinvolge importanti rami dell’amministrazione comunale, si prefigura una gestione delle municipalizzate da parte degli stessi clan che, a quanto si legge, decidevano chi assumere e chi no anche contro la volontà degli amministratori. La responsabilità delle municipalizzate, per deleghe certificate, è, a Bari, di appannaggio del sindaco. In tutti i Comuni d’Italia, anche per molto meno, è stata disposta la commissione di accesso e talvolta lo scioglimento».

Una linea sposata anche dagli esponenti azzurri pugliesi Damiani, Dalla Chiesa, Caroppo, Gatta e De Palma che, in una nota congiunta, ricarano: «Se Decaro non ha nulla da temere, dovrebbe apprendere con la massima soddisfazione l’intervento del ministro per fare chiarezza sulle infiltrazioni mafiose al Comune». Anche tra i meloniani, la risposta alla presa di posizione di Decaro è dura: «Lasciar passare l’idea che l’accesso della commissione sia un atto politico ha una doppia pericolosa valenza - scrivono, in una nota, i parlamentari pugliesi Fdi -. Da un lato lascerebbe pensare che i Comuni che sono stati sciolti negli ultimi anni di governo del Pd lo siano stati allora per decisioni politiche secondo il suo ragionamento; la seconda rischiosa deriva sarebbe non accettare che lo Stato faccia lo Stato».

«Da una parte le lacrime del sindaco Decaro, che sono le stesse di tanti sindaci di centrodestra che hanno subito la stessa sorte – aggiungono i consiglieri del gruppo regionale Fdi - dall’altro un atto amministrativo, che nulla a che fare con l’inchiesta penale, sul quale è necessario fare chiarezza: la verifica dello Stato sul Comune di Bari non è contro i baresi ma è in favore della città e della legalità». Il segretario regionale della Lega, il senatore Roberto Marti, invita Decaro a collaborare «con la commissione che valuterà la situazione emersa dalle indagini della Procura. Oggi, il senso dello Stato deve prevalere sui toni da campagna elettorale. È bene che tutti, Decaro per primo, tengano fuori da una vicenda così seria e delicata comizi politici e ambizioni elettorali. Bari è una città bellissima, oggi l’azione dello Stato è tesa a salvaguardarla da comportamenti e pratiche che ne danneggiano la reputazione», mentre il deputato barese Davide Bellomo, componente della Commissione Giustizia della Camera, definisce quelle di Decaro «parole di fuoco, francamente sconcertanti. Un sindaco e presidente dell’Anci che compie un atto sovversivo nei confronti di un ministro non si è mai visto. L’atto di guerra a Bari e ai baresi lo hanno dichiarato quei criminali che hanno infiltrato la mafia nel Comune».

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