Uniti contro il governo Conte, ancora tentennanti nello scegliere le soluzioni migliori per sfidare il centrosinistra nelle regionali di settembre: questo l’esito del nuovo vertice nazionale tra i partiti del centrodestra, con intorno al tavolo Matteo Salvini, Giorgia Meloni Antonio Tajani. L’unico accordo che emerge è sul declinare - tutti insieme - l’invito del premier Conte per gli Stati generali a Villa Pamphili, mentre si chiude senza annunci ufficiali sulle regionali e con un aggiornamento delle trattative ad oggi per sciogliere i nodi dei candidati per Marche, Toscana, Campania e Puglia. I conservatori mostrano compattezza, per ora, solo nel prendere le distanze dal governo giallo-rosso e dal suo tentativo di correggere la rotta economica dopo gli ultimi decreti. Su questo fronte passa la linea di Fdi e anche Forza Italia - inizialmente pronta a partecipare all’evento contiano - si allinea. Il vicepresidente nazionale degli azzurri, Antonio Tajani, fa sapere che dialogherà con Palazzo Chigi, ma non agli Stati generali.
Sulle regionali la discussione prosegue e - con un refrain tipico dell’attuale ritorno al proporzionalismo - alla fine del vertice tutti sono soddisfatti dei passi in avanti. Le oltre due ore della riunione sono state per lo più dedicate a concertare una posizione unitaria sul summit economico di Conte. «Abbiamo discusso degli Stati generali, poi abbiamo interrotto i lavori sulle regionali per andare in Senato dove era prevista l’informativa del ministro della Salute Roberto Speranza.
Ci rivedremo domani (oggi, ndr)»: così commenta con la Gazzetta l’incontro il senatore di Fdi Ignazio La Russa, presente al fianco della Meloni. La Lega descrive come «sereno e dialogante» il clima della riunione. Sulle regionali il Carroccio ha avanzato «proposte equilibrate e di buon senso con l’obiettivo di vincere e di interpretare la voglia di cambiamento». E sulla quantità di «cambiamento» si gioca il braccio di ferro tra Salvini e gli alleati, con il primo finora restio a dare il via libera a Caldoro in Campania e Fitto in Puglia.
L’eurodeputato salentino, però, ha una posizione sempre più salda, rafforzato dal favore dei consensi, registrato da due sondaggi che lo vedono ben 7 punti in vantaggio su Emiliano. Sulla sua candidatura poi c’è l’impegno ferreo della Meloni. La leader si conferma ottimista «sul fatto che avremo i nomi a breve. Siamo a buon punto». Per la destra, la linea invalicabile è la conferma delle indicazioni di Francesco Acquaroli per le Marche e di Raffaele Fitto come anti-Emiliano, essendo il partito in grande crescita nei sondaggi (voti più che raddoppiati rispetto alle europee) e sotto-rappresentato nelle regioni (guida solo l’Abruzzo con Marco Marsilio). Anche Forza Italia non molla, difendendo l’opzione Stefano Caldoro in Campania, nonostante Salvini chieda una figura più forte dell’ex governatore sconfitto cinque anni fa da Vincenzo De Luca del Pd (si lavora per un nuovo nome di sintesi).
Il tavolo si riunisce già in mattinata. I tempi stretti per la ripresa della discussione sono un segnale che l’accordo globale - su Campania, Puglia, Marche e Toscana - non è stato mai così vicino.