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Bari, Pichetto Fratin: «Idrogeno a Taranto? C'è un miliardo con Fondi di Sviluppo e Coesione»

 
Redazione online

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Bari, la giunta Emiliano approva la Strategia regionale per l'Idrogeno

Il ministro dell’Ambiente in collegamento con il seminario «La sfida dell’idrogeno. Ostacoli e opportunità per il Sud», oggi al dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari «Aldo Moro»

Martedì 14 Novembre 2023, 14:22

14:25

BARI - «L'intenzione è quella di cessare con il carbone al 2025 e andare avanti sulle rinnovabili che sono fotovoltaico, eolico, geotermico e naturalmente l’idrogeno, l’elemento più diffuso al mondo in natura. Questo è uno dei percorsi fondamentali che l’Italia e l’Unione europea si sono dati». A parlare è il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, in collegamento con il seminario «La sfida dell’idrogeno. Ostacoli e opportunità per il Sud», che si è tenuto oggi al dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Bari «Aldo Moro».

«E' un percorso perché per arrivare a usare l'idrogeno occorre produrlo e renderlo competitivo. L’idrogeno verde oggi costa 7-8 euro al chilo, quindi non è competitivo sul mercato. Occorre arrivare ad averlo a un prezzo che sia conveniente». «Noi - ha evidenziato il ministro - abbiamo investito 3 miliardi e 600 milioni come Paese, fra le varie iniziative collegate all’idrogeno, perché sappiamo bene che abbiamo tutta una parte del sistema produttivo che non riuscirà a decarbonizzarsi attraverso le rinnovabili ordinarie».

Pichetto Fratin ha inoltre chiarito che si tratta di un percorso «che stiamo facendo in modo determinato sia per la produzione a livello nazionale sia per quella fuori dai confini nazionali. In questo momento ho rapporti aperti di confronto e valutazione congiunta con Austria, Germania e Svizzera, che fanno riferimento alla produzione di idrogeno in ambito nazionale, nel Sud Italia dove ci sono sole e acqua del mare, ma anche in ambito Nord Africa e nel Medioriente». «Con le pipeline che oggi portano il gas - ha aggiunto - sarà possibile portare l'idrogeno, attraversare tutta l’Italia da Sud a Nord, magari attraverso la linea adriatica che stiamo potenziando con tubazioni che abbiano la giusta resistenza»

LA PREVISIONE NEL 2030

«A livello di Consiglio europeo dei ministri - ha proseguito il ministro - la previsione che abbiamo, nel 2030, è di 20 milioni di tonnellate di idrogeno che servono all’Europa. Si prevedono 10 milioni che l’Europa dovrebbe essere in grado di auto produrre e altri 10 milioni importati. Noi, che siamo in mezzo al Mediterraneo, possiamo essere ponte verso i Paesi del Nord Africa che si avviano a essere luoghi di produzione». «La sfida nazionale che abbiamo sull'idrogeno - ha concluso - è forte per tutti quei settori che non possono andare con l’energia rinnovabile. Sono settori come quello ferroviario o quello aereo. C'è quindi uno spazio enorme nel quale l’idrogeno sarà la soluzione per dare continuità. E l'azione del governo è in sintonia con le scelte dell’Unione europea». 

OBIETTIVO: ARRIVARE ALLA DECARBONIZZAZIONE

«La sfida dell’idrogeno è una sfida nazionale ed europea. Abbiamo assunto l’impegno di mantenere" l'aumento della temperatura terreste entro un grado e mezzo, abbiamo un lungo percorso che ha come obiettivo arrivare alla decarbonizzazione e al superamento di questa situazione - ha continuato Pichetto Fratin -. Decarbonizzazione - ha aggiunto - significa il passaggio dal fossile alle rinnovabili. Se prendiamo la fonte dell’energia elettrica, che è solo una parte, vediamo che in questo momento due terzi della nostra energia deriva dal fossile, dal carbone. Abbiamo poi gli impianti termoelettrici, e quindi il petrolio, e il gas». Pichetto Fratin ha evidenziato che «l'obiettivo che abbiamo con il Piano nazionale integrato energia-clima è di ribaltare questo rapporto al 2030, abbandonare il carbone». 

«Con la rimodulazione del Pnrr la strategia per l’idrogeno «non ha subito nessun arresto, siamo andati avanti. I progetti proseguono normalmente e in modo accelerato - continua Pichetto Fratin -. Ho speso tutta la parte delle hydrogen valley - ha aggiunto -. Uno dei problemi che ho adesso è trovare qualche fondo nazionale per integrare perché, vista la grande partecipazione, nelle graduatorie ci sono molti progetti finanziati a metà. Quindi solo sto spendendo tutto quello che c'è nel Pnrr, ma sto valutando con il ministro Giorgetti la necessità di integrare con il bilancio nazionale».

Quanto al ruolo del Sud nello sviluppo dell’idrogeno, il ministro ha ricordato che «ieri ero in Sicilia e mi sono permesso di dire che la nuova centralità che il Sud che ha assunto a seguito della crisi energetica è tale che diventa una grande opportunità perché ha il sole, il vento e il mare per produrre energia e quindi ha la condizione per essere un’area di grande produzione di idrogeno». «E' un’opportunità - ha concluso - che noi, Italia e il Sud, o cogliamo o lo faranno altri. Lo faranno la Spagna, il Nord Africa e altre realtà. Abbiamo l’opportunità di diventare un hub energetico importante con il nostro Sud».

«IL MILIARDO SPOSTATO DAL PNRR PER TIMORI LEGATI A TEMPISTICHE»

«Ho spostato il miliardo che c'era nel Pnrr chiedendo di metterlo nei Fondi di sviluppo e coesione, perché è ancora aperto il fronte di trattativa fra la componente pubblica e quella privata e quindi ho avuto il timore che la tempistica non fosse compatibile con quella del Pnrr. Ovvero essere a posto entro il 2026». Così conclude l'intervento il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, in collegamento con il seminario "La sfida dell’idrogeno. Ostacoli e opportunità per il Sud" organizzato a Bari. Al ministro è stato chiesto a che punto fosse il percorso per la produzione con l’idrogeno nell’acciaieria di Taranto. «Spostando il miliardo sugli Fsc - ha aggiunto - abbiamo la certezza che ci sarà la copertura».
Quanto alla parte operativa di Taranto, «riguarda il Mimit - ha chiarito il ministro - e quindi mi astengo dalla parte di trattativa che riguarda Mimit, Arcelor Mittal e Invitalia». 

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