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Casini e l’antipolitica, una sfida appassionata

Casini e l’antipolitica, una sfida appassionata

 
Mimmo Mazza

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Mimmo Mazza

Casini e l’antipolitica, una sfida appassionata

L’ex presidente della Camera ospite del giornalista Bruno Vespa a Manduria

Lunedì 24 Luglio 2023, 13:02

MANDURIA - Sta festeggiando quarant'anni di vita e di politica passati in Parlamento, testimone e protagonista dei grandi cambiamenti della politica e della società italiana, in tour per l’Italia per presentare il suo libro C’era una volta la politica. Parla l’ultimo democristiano (edito da Piemme).

Pierferdinando Casini festeggia un record, visto che nel luglio 1983 mise per la prima volta piede alla Camera, eletto a 27 anni alla Camera nel collegio di Bologna, Ferrara e della Romagna con 34mila preferenze nelle fila della Democrazia Cristiana e da allora è stato sempre rieletto, prima alla Camera, che dal 2001 al 2006 ha presieduto e poi al Senato.

«Da allora - ha spiegato l’altra sera ospite alla masseria Li Reni del giornalista Bruno Vespa - è cambiato tutto. La politica di quei tempi è imparagonabile a quella di oggi, dal punto di vista qualitativo e da quella della rappresentatività e del radicamento sul territorio».

Casini e Vespa hanno offerto alla platea molti aneddoti, svelando particolari della storia d’Italia noti a pochissimi. Come la cena di 13 anni fa a casa di Vespa alla quale presero parte Silvio Berlusconi, Pierferdinando Casini, l’allora governatore della Banca d’Italia Mario Draghi, il segretario di Stato Vaticano Bertone, il presidente di Generali Cesare Geronzi, Gianni Letta e la figlia dell’allora presidente del Consiglio Marina Berlusconi, presidente di Mondadori. La maggioranza era in bilico anche se il governo Monti sarebbe nato solo nel novembre 2011. La cena doveva restare riservata ma arrivarono i fotografi «e da allora - ha detto Vespa - non ho più invitato a cena Berlusconi».

Casini, stimolato dal padrone di casa, si è poi concentrato sul paragone tra la vecchia e la nuova politica. «Ho scritto questo libro perché voglio dire a tutti i diffidenti nei confronti della politica che la strada non è l’antipolitica. Vorrei che i giovani si impegnassero per cambiarla, perché come diceva don Milani “a cosa serve avere le mani pulite se le tenete in tasca”. La competenza è importante, il dilettantismo non può sostituirla, la professionalità è fondamentale. Sono tutti valori di cui si nutriva la vecchia politica, oggi mancano e sono proprio ciò che va recuperato». L’ultimo dei democristiani ha poi parlato del suo rapporto col Pd, con cui a Bologna ha vinto la corsa per il Senato nel 2022. «È chiaro – ha sottolineato – che la mia storia è diversa e io non mischio le carte. In questo partito, soprattutto in politica estera, ritrovo le mie posizioni di 50 anni fa. Non mi sento a disagio, ma vedo un problema serio. Il Pd deve fare il suo, non può tutti i giorni stare a sfogliare la margherita per scegliere con chi stare».

Nel libro, tra i tanti ricordi, affiora quello del leader della Dc veneta, Toni Bisaglia, con gli insegnamenti a restare attaccati al proprio territorio. «Purtroppo è la grande questione ed è anche una delle cause della malattia della politica - ha detto Casini -. Oggi non si ricorda più nessuno del territorio e questa cosa è deleteria: poiché non esistono più partiti, non esiste più la selezione territoriale, i parlamentari - salvo alcune lodevoli eccezioni - sono "senza patria", la maggioranza è espressa per l'amicizia con il leader non perché espressione del territorio». E il monito sulle bugie, il vietato mentire? «È un tema di fondo perché quando un cittadino vota un uomo politico gli affida un pezzo della sua vita. Io ho conosciuto tanti bugiardi, però hanno avuto vita breve. Nomi? Nel mio libro ho evitato di dare pagelle, quelle le danno solo gli elettori che, nonostante quello che dice il mio amico Calenda, hanno sempre ragione, anche quando sbagliano».

Un libro fatto contro l’antipolitica che Casini dice di aver conosciuto in parlamento e di averne anche apprezzato la svolta, perché le «istituzioni sono pedagogiche», come quando nel gennaio del 2022 ricevette un messaggio dall’allora ministro Stefano Patuanelli, ora presidente dei senatori del Movimento 5 Stelle. «Ti staranno scrivendo in tanti, immagino. Io ti dico solo che sei stato un signore. Ti racconto una cosa. Alle medie avevo una professoressa di letteratura che ogni giorno alla sua prima ora - scrive Patuanelli a Casini - chiamava alla lavagna uno di noi per commentare le notizie del giorno. Questo ci costringeva a guardare i tg o sentire il notiziario la mattina. Ho sentito allora per la prima volta il tuo nome. E ho iniziato a seguire la politica. Il Movimento ha fatto di tutta l’erba un fascio. La Kasta. Insomma, per fartela breve, sei tra le persone che più mi hanno fatto pentire di aver pensato certe cose. Sei tra le persone per le quali è più alta la differenza di ciò che pensavo tra quando sono arrivato e ora. Ti abbraccio, fratello». Parole che per Casini «testimoniano una sofferenza e una genuinità che è possibile ritrovare anche in quanti hanno creduto pur in buona fede che noi politici fossimo il problema e l’antipolitica la soluzione.

A impreziosire la serata, la giovane e promettente cantante manduriana Martina Malagnino, voce collage tra i racconti politici e i piatti preparati dallo chef stellato Paolo Gramaglia.

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