Il Solstizio d’Estate è uno dei quattro riti principali, insieme a quello invernale e ai due Equinozi. E proprio le celebrazioni per la ricorrenza porteranno domani a Bari Luciano Romoli, Gran Maestro della Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. (Antichi Liberi Accettati Muratori). Si tratta, dal punto di vista dei numeri, della seconda «obbedienza» del Paese, nata nel 1908 dalla scissione dal Grande Oriente d’Italia. Ne hanno fatto parte personaggi illustri del passato, da Totò a Gino Cervi, passando per Johnny Dorelli e Hugo Pratt, e anche oggi pare sia lo stesso. «E perché non dovrebbe essere così?» si domanda Romoli introducendo il lungo ragionamento su radici e futuro della massoneria termine che, in sé, però, «non vuol dir nulla - precisa - riferendosi a un insieme di principi applicati tramite le diverse obbedienze».
Gran Maestro, perché è così difficile, ancora oggi, parlare di massoneria in Italia?
«I problemi sono sostanzialmente due. Innanzitutto, siamo il Paese che, più di tutti, ha risentito dell’ostilità della Chiesa cattolica, concretizzatasi nella scomunica del 1738».
Il nodo era di ordine spirituale?
«Direi di altra natura perché ogni massone è libero di seguire il proprio percorso religioso. Il punto è che in quegli anni i principi di libertà, uguaglianza e fratellanza conobbero una crescita vertiginosa. E la Chiesa esercitava un potere temporale molto forte»...
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