«C’era una volta la politica – Parla l'ultimo democristiano» (edizioni Piemme), è il libro di Pier Ferdinando Casini, senatore indipendente del Pd e politico di lungo corso, che sarà presentato domani - giovedì 2 marzo (ore 19,30) - nelle «Vecchie Segherie Mastrototaro» in via Porto 35 a Bisceglie (BAT). Dialogherà con l'autore il direttore della «Gazzetta», Oscar Iarussi.
Senatore Casini cominciamo dalla cronaca. «L’ultimo democristiano» come vede la segreteria del Partito democratico nelle mani di Elly Schlein?
C’erano due strade, della continuità o della discontinuità. I simpatizzanti dem hanno scelto la seconda. Saranno i fatti a giudicare se avranno avuto ragione o torto. Ma piuttosto che un andare uniforme e piatto in cerca di circostanze, è necessario anche rischiare. Nel mio libro parlo di Zaccagnini e della sua scelta rischiosa per la Democrazia cristiana, ma con lui ci fu la «primavera dei giovani di Zac» che in qualche modo la rianimò. Chissà che non valga lo stesso discorso.
Di certo il Pd, almeno sulla carta, «si butta» a sinistra. Secondo lei è reale il rischio di una scissione dei moderati?
Innanzitutto voglio precisare di non essere iscritto al Partito, quindi parlo a titolo personale dando un’opinione da osservatore. Detto questo gli stereotipi difficilmente si confrontano con la realtà. L’idea che la Schlein sia così sciocca e che disperda i voti di coloro che sono moderati mi sembra sia una speranza più degli altri partiti che una realtà...
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