RICCIONE - L’«Informazione è democrazia», recita il titolo del XXIX congresso della Federazione nazionale della stampa. Un tema incardinato su libertà e autonomia professionale di ciascun giornalista, valori che trovano radice anche nella definizione di un quadro contrattuale solido e definito, con annesse tutele e garanzie.
Un fronte delicato e fondamentale sul quale arriva l’apertura del presidente della Fieg, Andrea Riffeser Monti con quello che definisce «un messaggio di speranza». «Non abbiamo firmato il contratto in questi 4 anni, ma abbiamo fatto tante cose insieme. Siamo pronti a collaborare e andare insieme davanti al Governo per fare un piano di quattro anni con l’intento di fare in modo che le aziende non riducano più il personale», afferma, intervenendo al congresso.
«L'aumento del costo della carta ha spinto alla riduzione delle foliazione. Abbiamo dovuto ridurre i collaboratori. Vogliamo riprendere in mano la qualità del prodotto», prosegue, invocando «un patto quadriennale. Negli ultimi anni ci siamo mossi in difesa della carta stampata e abbiamo messo in sicurezza per il momento il mondo editoriale. Ora chiediamo sostegni per rilanciare il settore e investire», sostiene.
Apertura al sindacato e appello alle istituzioni, ma anche importanza e rispetto del ruolo dei giornalisti. «Quando ho iniziato ho subito avuto uno scontro con il sottosegretario all’editoria (Crimi, ndr). Secondo quel governo - a trazione pentastellata- il giornalista doveva scomparire. Ciò non è avvenuto, anzi il M5S a dicembre ha presentato un emendamento per prorogare gli aiuti al settore. Vuol dire che si sono ravveduti e i giornalisti hanno vinto», dice ancora.
Riffeser ricorda poi i numeri della crisi. «Da 6 milioni di copie vendute si è passati a 2,5 milioni, ma abbiamo 43 milioni di persone connesse che vanno informate, quindi abbiamo allargato la platea anche con i siti. Il fatturato dal 2005 a oggi è passato da 7,2 miliardi a 2,9 miliardi. Da 18mila persone impiegate, tra cui 10mila giornalisti, ora siamo a 10mila persone tra giornalisti e altri addetti».
Assostampa Puglia La ristrutturazione del lavoro e lo smantellamento delle redazioni sono gli argomenti sottolineati dal presidente di Assostampa di Puglia, Bepi Martellotta, richiamandosi all’intervento del segretario uscente Fnsi Raffaele Lorusso, ma soprattutto raccontando emblematiche esperienze e controverse realtà del territorio pugliese. A partire dal «fallimento dopo 134 anni e rinascita della Gazzetta del Mezzogiorno». «Intanto, a Bari, un altro quotidiano, edito dal gruppo Caltagirone, sta facendo informazione senza allestire una redazione: un modello produttivo pericoloso che di fatto non occupa giornalisti. È un modello inaugurato anni fa dai siti Internet, che adesso si sta estendendo nella piccola e media informazione, mentre i grandi player dell’editoria pensano a utilizzare l’intelligenza artificiale per sostituire il lavoro giornalistico».
Quindi Martellotta chiama in causa la Fieg. «Dov’era in questi anni sulle questioni di lavoro? Il settore è stato difeso solo dal sindacato, mentre l’unica strada percorsa è stata l’uscita dei giornalisti perché i conti non tornavano. Già allora la parte datoriale avrebbe dovuto chiedere una vertenza nazionale e un piano di salvataggio dell’editoria».
Il viceministro Ancora scintille sul tema della regolazione dei rapporti tra giustizia e giornalismo. «Occorre fare squadra per scrivere un diritto dell’informazione che non sia lesivo nei confronti del cittadino. La velocità è un’arma a doppio taglio perché perché rende l’informazione più rischiosa», afferma il viceministro della Giustizia, Francesco Paolo Sisto, collegato via video. «Non c'è nel Governo alcuna volontà di compressione del diritto-dovere all’informazione. C'è una sensibilità di rispetto della Costituzione. Viviamo, nel nostro Paese, un processo mediatico più aggressivo di quello che si svolge nelle aule di tribunale. Dobbiamo provare a ragionare su quello che si può pubblicare e quello che può essere non rilevante».
Alessandra Costante alla guida della Fnsi
Lotta alla pirateria online e sviluppo del digitale entro regole deontologiche a tutela del settore dell’informazione e a sostegno dell’occupazione per scongiurare un rischio tsunami in nome della «mediamorfosi» in atto. Sullo sfondo la sempre più urgente riforma dell'editoria, non ultimo l’appello rivolto al Governo dalla Fieg per un piano d'intervento.
Il sottosegretario all'Editoria, Alberto Barachini, intervenuto al XXIX Congresso Fnsi apre al dialogo nella giornata del cambio di guardia alla guida della Federazione nazionale della stampa. Alessandra Costante prende il posto del segretario uscente, Raffaele Lorusso. In tarda serata le altre votazioni con Vittorio Di Trapani (Rai) designato alla presidenza Fnsi, mentre in Consiglio nazionale dovrebbero entrare, per la Puglia, Raffaele Lorusso e Bepi Martellotta (professionali) e Luciana Doronzo (collaboratori) e per la Basilicata, Angelo Oliveto e Giovanna Laguardia (professionali) e Antonio Mutasci (collaboratori).
pirateria «Sto studiando con il mio Dipartimento nuove funzioni sul contrasto alla pirateria e sulla cybersecurity, fra le quali un'ampia divulgazione di una nuova educazione civica digitale», rivela il sottosegretario. «Il fenomeno continua, purtroppo, a causare danni ingenti anche alla filiera dell'editoria - spiega -, pregiudicando il lavoro di editori, autori, giornalisti, distributori, edicolanti e di quanti contribuiscono alla diffusione della cultura e dell'informazione. La pirateria si combatte anzitutto con il rafforzamento delle normative a livello europeo e nazionale, ma anche con un'educazione civica digitale e una “cultura” sociale che riconosca il valore del diritto d'autore e dei diritti connessi. E denunci in maniera tempestiva le violazioni».
«Informazione e pluralismo costituiscono l'architrave della democrazia. Tutelarli significa proteggere il lavoro dei giornalisti. Tutto ciò ha senso se ci si muove entro regole etiche e deontologiche sia per i giornalisti che per gli editori», dice ancora Barachini. «Il mondo digitale è un'onda oceanica ma dobbiamo evitare che si trasformi in uno tsunami - incalza -. Utilizziamo questa energia senza farci travolgere, per rendere il digitale il volano di uno sviluppo occupazionale ma dentro regole chiare e nette. È fondamentale rimanere distanti dalla tentazione di dopare le notizie. La strada maestra non è sostituire l’editoria tradizionale ma integrare». E sull'impellenza di combattere il precariato, Barachini annuncia l'intenzione di «incentivare le realtà editoriali digitali certificate ad assumere giovani con contratti giornalistici. Lo inserirò nelle misure del Fondo Straordinario 2023».