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Trivelle, Zaia si smarca dal governo. Urso: «Utili per aiutare le imprese»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Trivelle, Zaia si smarca dal governo. Urso: «Utili per aiutare le imprese»

Il dibattito in Puglia: contro Pagliaro e Lopalco. D’Attis a favore. L’ex ministro Cingolani: i perforatori «si impegnano ad anticipare combustibili da altre fonti a prezzi più accessibili»

Venerdì 11 Novembre 2022, 12:58

La querelle sulle trivelle segna la prima crepa evidente nella maggioranza di governo del centrodestra. A rompere il fronte è il governatore del Veneto Luca Zaia, leghista, che si è dichiarato fermo oppositore di nuove trivellazioni nel Polesine, e si è detto preoccupato perché «la prima industria della regione è il turismo». Il governo, però, va avanti e nel decreto aiuti quater ha inserito un passaggio proprio riservato alle trivelle con l'obiettivo di aumentare la produzione: via libera dunque al rilascio di nuove concessioni tra le 9 e le 12 miglia e alla perforazione nelle concessioni «poste nel tratto di mare compreso tra il 45esimo parallelo e il parallelo passante per la foce del ramo di Goro del fiume Po».

Dopo il referendum contro le trivelle del 2016 (che aveva registrato l’opposizione a nuove trivellazioni da parte anche di Fdi, pur non raggiungendo il quorum), la posizione del governo crea più di un malumore nella coalizione. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha aperto al dialogo con Zaia: «Ci sarà ovviamente la necessità e il tempo per confrontarci anche su questo dossier: tra le imprese energivore che otterrebbero beneficio da un provvedimento di questo tipo ci sono anche delle imprese che conosco bene e che conosce bene anche il governatore del Veneto». La ratio del provvedimento dell’esecutivo è spiegata dall’ex ministro Roberto Cingolani, ora consulente di Palazzo Chigi: «È vero che per raddoppiare la produzione nazionale di gas ci vogliono due o tre anni, ma gli operatori si impegnano ad anticipare il gas da altre fonti a prezzi accessibili alle imprese gasivore, in cambio della possibilità di cercare altro gas». «Su 76 miliardi di metri cubi di metano consumati ogni anno in Italia - ha argomentato Cingolani - qui di parla di raddoppiare la produzione italiana, da 3 a 6 miliardi di metri cubi all’anno. È una quantità che serve solo per fornire un po' di gas a buon mercato alle imprese gasivore, che stanno chiudendo».

L’accelerazione del governo nazionale divide anche il centrodestra pugliese: Paolo Pagliaro, consigliere regionale eletto nella lista La Puglia Domani, e leader del movimento civico Regione Salento, si è dichiarato contrario «sia alle trivelle che ai parchi eolici perché compromettono la nostra vocazione turistica. Proveremo a convincere il governo che ci sono priorità dei territori che vanno rispettate. Minacciare il nostro mare per pochi barili di petrolio, peraltro di pessima qualità, è un delitto».

Contro le trivelle anche il consigliere regionale di Articolo Uno Pier Luigi Lopalco: «La nostra regione non si è mai piegata e mai si piegherà all'idea che gli interessi delle multinazionali del petrolio possano mettere a rischio e deturpare, per un pugno di barili la nostra inestimabile ricchezza: il mare». Di diverso avviso il coordinatore regionale di Forza Italia, il deputato Mauro D’Attis: «Il via libera alle estrazioni di gas dà garanzie per il futuro alle nostre aziende che hanno bisogno di energia per produrre. Poi l’autorizzazione alle estrazioni non esclude affatto l’impegno sullo sviluppo dell’utilizzo delle fonti rinnovabili».

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