Sostegno leale al governo di Giorgia Meloni, la ritrovata vena empatia rinverdita con l’annuncio dell’ultimo nipote appena arrivato e un chiaro posizionamento di Forza Italia con l’occidente e la Nato nel conflitto ucraino: Silvio Berlusconi, ex premier e padre fondatore del centrodestra fin dall’annuncio pro Gianfranco Fini sindaco di Roma nel 1993, ha sminato l’avvio del nuovo esecutivo con un intervento appassionato e molto calibrato nei passaggi di politica internazionale .Accolto a Palazzo Madama dal capogruppo Licia Ronzulli (il cui ingresso nel governo è stato stoppato dal premier Meloni, il Cavaliere è stato accolto dal presidente del Senato Ignazio La Russa che ha salutato il suo ritorno ad un intervento parlamentare dopo ben nove anni e il leader azzurro ha replicato rivendicato la vocazione plebiscitaria della coalizione: "E per me un motivo di soddisfazione - afferma in piedi accanto alla Ronzulli e a Maurizio Gasparri - riprendere la parola in Senato, dopo nove anni, e farlo proprio quando il popolo italiano ha scelto ancora una volta di affidare il governo del Paese alla coalizione di centro-destra. Non farò sfoggio della mia eloquenza perché ho tante cose da dire e mi sono scritto un discorso. Sono felice di essere qui, tre ore fa ho avuto il mio 17esimo nipotino”. La linea è stata pienamente collaborativa: “Signora presidente Forza Italia lavorerà al suo fianco con impegno e lealtà sul programma".L’obiettivo sullo sfondo è quello di essere il padre nobile e anche il king maker del nuovo corso di un centrodestra dalla storia antica: “E' una coalizione a cui ho dato vita 28 anni fa e ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica. Ha realizzato una democrazia compiuta, di tipo europeo, basata sull'alternanza tra due parti, legittimata dal voto degli italiani”. Poi rivendica il suo ruolo nello sdoganamento dei voti del Msi (ma nel 1993 gli italiani avevano mandato esponenti della Fiamma al ballottaggio nelle comunali di Roma e Napoli senza che fosse ancora nato il partito berlusconiano): “Se oggi, per la prima volta, al governo del Paese, per decisione degli elettori, c'è un esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo si è reso possibile, perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme, hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per il nostro paese”.C’era attesa per l’illustrazione della posizione forzista su guerra e Ucraina e Berlusconi ha ribadito la sua collocazione sul fronte occidentale dopo le esternazioni audio diffuse da Lapresse nelle quali aveva rammentato il suo rapporto con Putin ed espresso una visione della genesi del conflitto che aveva fatto molto discutere: "Lo sapete, sono sempre stato un uomo di pace e i miei governi hanno sempre operato per la pace. Sempre in pieno accordo con i responsabili di governo dell'Europa, della Nato e degli Stati Uniti. Come ho avuto modo di ricordare solennemente davanti al Congresso americano”. Non nasconde la difficoltà del quadro globale: “Il governo si insedia nel momento più pericoloso dalla fine guerra fredda a oggi" e in questa fase è necessaria la piena “solidarietà con l’Occidente, che deve essere patrimonio comune della nazione di fronte alle minacce internazionali vecchie e nuove”. E su Kiev sottolinea ancora: ”In questa situazione non possiamo che essere con l'Occidente in difesa dell'Ucraina e dobbiamo lavorare per la pace con gli alleati occidentali nel rispetto della volontà del popolo ucraino”.Torna poi ai temi programmatici dell’esecutivo, puntando sui cardini della proposta liberali di Fi, le riforme del fisco e della giustizia: “E' ben chiaro in noi la consapevolezza dei problemi strutturali del nostro Paese. La consapevolezza del carico fiscale insostenibile su famiglie e imprese, la consapevolezza della lentezza della burocrazia e dell'inefficienza del sistema giudiziario. Certamente, una delle priorità da approvare nel più breve tempo possibile è la riforma della tassazione, per un fisco più equo e leggero, pur nella necessità di non disattendere i vincoli di bilancio che l'Europa e i mercati ci impongono. Anche la riforma della giustizia è una priorità irrinunciabile”. Il governo, compresa Giorgia Meloni, ha salutato la chiusura dell’intervento dell’ex premier con una standing ovation, ma la ricomposizione delle differenze registrate tra la leader della Fiamma e Fi deve ancora passare il complesso test della nomina dei sottosegretari.

Il sì di Berlusconi al nuovo governo: «Riforma della Giustizia irrinunciabile»
Giovedì 27 Ottobre 2022, 13:12