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Lo strappo di Mellone da Emiliano: «Il civismo è ko»

 
Michele De Feudis

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Michele De Feudis

Lo strappo di Mellone da Emiliano: «Il civismo è ko»

Il sindaco di Nardò Pippi Mellone col presidente della Puglia Michele Emiliano

Il sindaco di Nardò, promotore di «Andare oltre» molla il Governatore e punta sulla destra dopo l’addio alla candidatura FdI

Lunedì 29 Agosto 2022, 13:31

«La stagione del civismo è finita. Ora c’è un nuovo scenario». Il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, espressione della destra movimentista ed eretica, spiega alla «Gazzetta» la scelta meditata di collocare «a destra» la sua azione politica.
Sindaco, in  queste settimane è stato menzionato spesso nel totocandidati per le politiche. Per un attimo è sembrato pronto a correre per Roma, poi cosa è successo?
«Dal centrodestra sono venute proposte molto interessanti, che ho valutato. Ho scelto l’amore per la mia comunità cittadina: rispetterò l’impegno preso con gli elettori ma anche con la rete di amministratori salentini che fanno riferimento a me, con “Andare Oltre”, “Direzione futuro” e altre formazioni civiche».
Il quadro regionale però è stravolto. Tanti assessori sono nelle liste, Claudio Stefanazzi è passato da un ruolo tecnico-amministrativo alla candidatura alla Camera…
«Ad un certo punto, anche dalle dichiarazioni dei “big” regionali, è stato chiaro l’orizzonte».
A cosa si riferisce?
«All’evidenza che la magnifica parabola del civismo pugliese stesse per implodere e compiere l’abbraccio mortale con il Pd, con un accordo strutturale».
Tradotto: le liste di Emiliano hanno sposato i Dem. 
«C’è stato un salto carpiato dei vertici regionali ma il mondo civico non è al guinzaglio di nessuno e non può essere condotto all'interno di un perimetro esclusivamente di centrosinistra. Il civismo funzionale al Pd è un ossimoro politico. Così è solo morto il civismo per come lo abbiamo conosciuto».
È finita una stagione?
«Sì e adesso c’è il bisogno di costruire una alternativa nel Salento e in Puglia».
Il suo civismo di Andare Oltre è spesso stato accostato a Michele Emiliano…
«Al presidente Emiliano mi lega un rapporto di affetto e simpatia umana, ci siamo trovati spesso d’accordo su temi concreti, come la necessità di recuperare il 100% delle acque reflue per contrastare la siccità e preservare la qualità del mare, ma non sono mai stato e mai potrei essere di sinistra. La mia storia e il mio orizzonte è a destra. Alle politiche ho sempre votato a destra. I miei riferimenti sono sempre stati sempre a destra. La mia famiglia politica è a destra».
Nelle città però…
«Cosa diversa sono stati territori: il movimento civico, al quale Nardò ha contribuito in maniera determinante, è stato un atto rivoluzionario, scaturito dalla necessità di trovare una “terza via” di cambiamento oltre le ideologie e le antiche rendite di posizione. Solo così tanti giovani hanno avuto la possibilità di amministrare città. Oggi questa idea è stata piegata a giochi di potere…Ora bisogna avviare una nuova stagione».
Un nuovo inizio?
«Un’evoluzione: occorre costruire l’area di centro destra, con un’ampia componente di destra sociale, liberale, fondata sulle idee e attenta ai diritti, per dare cittadinanza a militanti e amministratori che vengono dal mondo socialista, dal mondo repubblicano e dalla destra storica. La stessa destra di governo, nata nel ‘94 con Pinuccio Tatarella, si aprì a personalità che venivano dalla Dc, dal Pli, dal Psi-Psdi o dal mondo laico riformista».
Molti teorizzano il pericolo “M” per la Meloni a palazzo Chigi…
«Abbiamo avuto eccellenti ministri, governatori e sindaci provenienti da destra: per tutti ricordo Adriana Poli Bortone. Non c’è un pericolo di deriva a destra ma quello legato all’incapacità di rispondere ai bisogni delle persone».
Come sindaco ha la chance del Pnrr. Basterà per rigenerare le comunità?
«Per come è concepito mette tanti soldi per i pannelli solari e pochi per le culle. Tanti soldi per le multinazionali e pochi per il futuro dei ragazzi e delle ragazze d'Italia. Ben venga quindi una rimodulazione».

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