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«Editoria, fondi già stanziati sarebbe grave non utilizzarli», appello di Fieg-Fnsi al Governo

 
Redazione Primo Piano

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Per Raffaele Lorusso (giornalisti) serve la volontà politica

Giovedì 28 Luglio 2022, 08:41

08:42

ROMA - Gli editori della Fieg, riuniti nel Consiglio generale tenutosi ieri, auspicano che il Governo «completi, nel disbrigo degli affari correnti, l’attività di definizione delle misure per l’utilizzo delle risorse già stanziate e disponibili del Fondo straordinario per l’editoria del 2022 e proceda nell’attuazione degli interventi di sostegno al settore già decisi da tempo (credito carta e distribuzione)».

Gli editori della Fieg, si legge in una nota, ricordando i buoni risultati ottenuti insieme all’Anci con la campagna «Educazione alla cittadinanza» per l’insegnamento dell’educazione civica nelle scuole, «hanno inoltre deciso di avviare agli inizi di settembre una campagna di sensibilizzazione rivolta ai cittadini per la partecipazione attiva al voto, con l’invito ad informarsi sui giornali, on-line e cartacei, mezzi di informazione attendibili e di qualità».

Sui fondi già stanziati per l’editoria, è intervenuto il segretario generale Fnsi, Raffaele Lorusso. «Credo già oggi si possa, e anzi si debba, parlare della distribuzione delle risorse stanziate con la legge di Stabilità 2022 (90 milioni per quest'anno e 140 per il 2023) e che, come da norma, avrebbero dovuto essere ripartite su tutta la filiera dell'editoria. Questo non è ancora avvenuto. Noi crediamo - ha evinziato il segretario Lorusso - che, se ci fosse la volontà politica, anche a Camere sciolte, sarebbe sufficiente un Dpcm che potrebbe dare qualche ristoro al settore. Non risolverebbe la crisi, ma sarebbe una boccata di ossigeno».

«Lasciare inutilizzate queste risorse sarebbe delittuoso - ha aggiunto -. Nel periodo che manca alle elezioni si potrebbe adottare un provvedimento di ripartizione, sostenendo sia la transizione digitale, sia l'occupazione stabile, e prestando anche attenzione al contrasto al precariato e al lavoro povero».

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